Confiscati sette fabbricati, tra il basso Lazio (Gaeta e Formia, in provincia di Latina), Caserta e la provincia (Casal di Principe e Arienzo) a Nicola Ferraro, ex consigliere della Regione Campania e imprenditore nel settore dei rifiuti, ritenuto colluso con il clan dei Casalesi, per un valore di 2,5 milioni di euro.
Le quote societarie sono riconducibili a due imprese attive nel settore immobiliare e nel campo dell’ingegneria integrata, un’autovettura e una moto, gli emolumenti e le indennità percepite (inerenti l’intero periodo di consiliatura), per un valore pari a 834.226 euro e il maturando vitalizio consiliare (per il periodo postumo dal raggiungimento del sessantesimo anno di età, da quantificare) alla Regione Campania, per un valore complessivo di circa 2,5 milioni di euro.
Le indagini hanno consentito di accertare come gran parte delle attività e dei beni entrati nella disponibilità sua e della sua famiglia fossero frutto dei profitti ottenuti dalla stretta contiguità con la federazione malavitosa casalese. Tra la Campania e il Lazio sono stati apposti i sigilli a beni immobili e mobili come partecipazioni societarie, rapporti finanziari e bancari e anche alle indennità e somme derivanti dal vitalizio consiliare.