Undici anni dopo un’altra tragedia sullo stesso campo. Matteo Pietrosanti è morto mentre viveva la sua grande passione. Quella del gioco del calcio che gli ha strappato la vita, complice un malore su cui si cercherà di fare presto chiarezza per darsi una spiegazione, che in realtà non c’è. Perché è assurdo andarsene a 15 anni, con un futuro tutto da costruire e da sognare.
Invece durante l’allenamento delle giovanili del Priverno Calcio accade l’irreparabile. Sul campo di pozzolana dello stadio San Lorenzo, Matteo Pietrosanti che abita insieme alla famiglia nella vicina Bassiano, si accascia e rimane a terra esanime. Il mister, i compagni lo staff e purtroppo la madre presente all’allenamento rimangono impietriti, mentre sono già stati allertati i soccorsi che si stanno per rilevare inutili. Interviene l’ambulanza, i sanitari praticano un massaggio cardiaco per circa venti interminabili minuti, fino alla tragica constatazione del decesso. Sul campo sono intervenuti anche i Carabinieri della locale Stazione. La Procura di Latina ha aperto un’inchiesta, per accertare responsabilità in merito all’accaduto. La morte di Matteo riapre il dibattito sulle visite di idoneità sportiva, così come i rischi che passano dalle periferie o per i grandi palcoscenici del calcio internazionale. L’ultimo esempio è di Christian Eriksen, crollato a terra in occasione di Danimarca – Finlandia agli ultimi Europei, per poi ritornare a giocare otto mesi dopo il malore accusato.
Una tristissima coincidenza riporta la memoria indietro di 11 anni, quando il 15 maggio 201o, durante il Torneo Giovanile “Cesidio Fabrizio”, sullo stesso campo di gioco, il 19 enne Lorenzo Giannandrea di Latina va incontro allo stesso destino. Oggi il centro sportivo di Via Galvaligi, quartiere generale dell’FC Agora, porta il suo nome.