“Ppi? Il problema è di natura politica“, attacca Giovanni Maria Righetti, presidente dell’Ordine dei Medici della Provincia di Latina che su una diversa soluzione ha fatto, “a livello tecnico, tutto quello che era in suo potere”.
“E’ stato da miopi valutare l’attività dei Punti di primo intervento sulla base degli accessi notturni senza prendere in considerazione altri parametri – spiega il presidente dei medici -. E’ come se si valutasse in modo analogo il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Fondi, nel quale alle 7.45 erano in attesa 1 codice bianco e in visita 1 codice verde e 1 codice bianco. Eppure nella fascia oraria 20.00 – 8.00 in questo Ospedale non è attiva la possibilità di un ricovero se non in medicina ma solo per 10 giorni al mese, e in ginecologia. Per le altre patologie c’è il trasferimento all’ospedale di Terracina o Formia. Ma la Asl non ha mai messo in discussione l’esistenza di questo Pronto Soccorso perché ha giustamente preso in considerazione altri parametri”.
Sul nodo della chiusura del Ppi, Righetti pone una serie di interrogativi. Si chiede perché il direttore generale della Asl, nel rimanere affezionato al suo programma presentato a novembre 2018, non valuti la proposta alternativa presentata dai sindaci e perché in questi mesi non abbia realizzato una minima parte degli obiettivi tesi a sostituire i Ppi in previsione della chiusura.
Il presidente dei Medici della provincia di Latina si chiede anche perché non sia stata ancora effettuata una valutazione economica del costo attuale dei Ppi e di quello che dovrebbe essere sostenuto per la realizzazione dell’alternativa proposta dalla Asl, e inoltre come mai non sia stato condotto uno studio di fattibilità sulla copertura territoriale dell’attività delle postazioni mobili 118 che dovrebbero stazionare nella fascia notturna una volta chiusi i Ppi.
“Perché – ed è questo l’ultimo interrogativo odierno del presidente dell’Ordine dei medici – non è stata convocata in questi mesi la Conferenza Provinciale dei Sindaci sulla Sanità per una valutazione tecnica dei dati forniti dalla Asl sull’attività dei Ppi?”.
“Sono solo alcuni interrogativi che ci poniamo e che ci fanno riflettere sulla capacità ‘tecnica’ di soddisfare nel modo migliore le reali esigenze di salute dei cittadini evitando di calare dall’alto progetti studiati a tavolino che potrebbero essere adatti ad altre realtà territoriali come ad esempio le aree metropolitane”, conclude il presidente Righetti.
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