Con più di 7 mesi di ritardo, ecco arrivato finalmente il bonus gasolio per gli autotrasportatori.
La presidente di Ruote Libere, Cinzia Franchini: “Da ieri 9 novembre è fruibile, per gli autotrasportatori che ne hanno fatto richiesta, il “bonus gasolio”. Così, con oltre sette mesi di ritardo gli imprenditori in possesso di autocarri di categoria Euro V e Euro VI, ottengono solo una piccola parte di quanto dovuto e quanto loro sottratto con l’eliminazione del rimborso ordinario accise”.
“L’Agenzia delle Entrate ha infatti stabilito il Codice tributo (6989) da inserire nel modello F24 per beneficiare del credito di imposta. Davvero una magra consolazione per quelle aziende che hanno dovuto farsi carico interamente degli aumenti del costo del carburante e che ora ottengono solo una parziale e tardiva compensazione”.
“Ricordiamo che senza questa complessa procedura, senza i click day e senza i portali creati ad hoc, i rimborsi sarebbero già scattati in automatico non solo per il primo trimestre, ma anche per il secondo e terzo trimestre. E’ evidente che il ritardo cumulato non può replicarsi e che, se vogliamo davvero tentare di salvare le imprese di autotrasporto che ancora resistono, occorre procedere immediatamente al ripristino del rimborso ordinario, una misura che deve correre in parallelo, e non considerarsi alternativa, al taglio delle accise di 30 centesimi prorogato fino a fine anno” – aggiunge Cinzia Franchini -.
“Purtroppo la disponibilità a continuare a viaggiare dimostrata responsabilmente dal nostro settore è stata accolta sinora dal Governo come il segnale di una capacità di farsi carico di sacrifici in virtù di chissà quali risorse accumulate. Le cose non stanno in questo modo. La maggior parte di autotrasportatori ha continuato il loro lavoro per senso di responsabilità e per amore della loro professione, pur sapendo di effettuare spesso viaggi in perdita, mentre la criminalità organizzata, ovviamente avulsa da logiche di mercato e concorrenziali, ha sfruttato la situazione emergenziale per allargare le proprie radici aggravando l’ombra della illegalità sul settore, come dimostrano peraltro recenti e ripetute operazioni delle forze dell’ordine”.
“E’ evidente che nel prossimo futuro la mobilitazione, in assenza di una inversione di rotta, arriverà non tanto come frutto di protesta, ma come esigenza dettata dalla impossibilità oggettiva di sostenere il costo delle attività. E in tutto questo la sfera delle imprese sane e virtuose sarà sempre più compromessa”.