“L’accordo con la Cina? Bene, ma va esteso e considerato solo come punto di partenza. L’Europa deve fermare le violazioni dei diritti civili in Cina“.
E’ questo il pensiero espresso dall’eurodeputato pontino Nicola Procaccini di Fratelli d’Italia, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, in merito alla missione in corso da parte del Commissario Ue all’Agricoltura, Phil Hogan in Cina.
“L’accordo in fase di definizione con la Cina per proteggere dalle contraffazioni alcuni prodotti dell’agroalimentare italiano, deve rappresentare solo un punto di partenza per la salvaguardia di un patrimonio economico e culturale fondamentale per la nostra nazione e per l’Europa intera. Tra questi prodotti – spiega l’ex sindaco di Terracina – figurano in elenco 26 alimenti italiani: formaggi (dal parmigiano al pecorino, dal gorgonzola alla mozzarella di bufala); salumi (prosciutto di Parma, San Daniele, ecc.), e alcuni tra i migliori vini nostrani (dal Chianti al Barolo, dal Barbaresco al Montepulciano. Non basta. Chiederò al Commissario UE di estendere tale accordo ad altri prodotti italiani dell’agroalimentare, la cui qualità ed eccellenza è riconosciuta e certificata”.
Procaccini, inoltre, incalza Hogan anche sulla tutela dei diritti umani in Cina.
“Va bene l’aspetto commerciale – afferma l’europarlamentare pontino -, ma la politica estera economica e la politica estera non possono viaggiare su binari separati. È necessario che l’Europa si faccia sentire e prenda una posizione netta rispetto alle palesi violazioni dei diritti civili in Cina, come accade in particolare in Tibet e a Hong Kong, in cui la dissidenza è duramente repressa e le minoranze religiose non sono tutelate”.
“Anche il nostro ministro degli Esteri Di Maio – conclude Procaccini – si è ben guardato dal formulare una qualunque dichiarazione di condanna di ciò che sta accadendo in Cina. Questo atteggiamento così pavido dimostra disumanità sul piano etico e miopia sul piano politico. Perché è anche grazie alla repressione dei diritti civili che la Cina può invadere il mercato europeo e globale con prodotti in vendita a prezzi più competitivi di tutti i suoi concorrenti. Italia e Unione Europea, purtroppo, marciano con lo stesso passo sulla Via della Seta”.