Qualche anno fa, il binomio tra la cooperativa Utopia 2000 e il Comune di Bassiano pareva indissolubile. Il tempo ha cambiato radicalmente le sorti di quell’idillio mettendo fine al borgo solidale e aprendo le strade dei tribunali. Ad aprile infatti, andrà in scena la prima udienza del contenzioso che vede il sodalizio presieduto da Massimiliano Porcelli chiedere al Comune il risarcimento di 1 milione 800 mila euro per le spese sostenute per manutenzione straordinarie delle tre strutture ricevute in affidamento dal Comune, ma apparse fuori regola. L’Amministrazione ha provato ad opporsi al procedimento ma finora i giudici hanno rigettato le pretese dell’Ente decretando di fatto come inevitabile in confronto in aula. Intanto, oggi si è consumato l’addio al paesino con il subentro dell’ufficiale sequestratario nominato dallo stesso Tribunale di Latina su richiesta della Cooperativa che così si è liberata di ex Ostello della Gioventù, Parco comunale «Achille Salvagni» e Parco «Ecoludolandia» che aveva invano provato a riconsegnare. E’ la stessa coop a ricostruire la vicenda: “La gestione di queste tre strutture, affidataci con gara d’appalto, è al centro del contenzioso tra noi e gli amministratori comunali. Il primo tentativo di riconsegnarle lo facemmo ancor prima dell’avvio del contenzioso. Il successivo avvenne dopo la decisione del giudice di respingere lo sfratto per morosità chiesto degli amministratori comunali disponendo contemporaneamente «il mutamento del rito» chiesto da noi, ossia di passare a discutere la nostra richiesta di risarcimento di oltre un milione e ottocento mila euro per gli interventi manutentivi effettuati e i danni provocati dalle inadempienze contrattuali dello stesso Comune. Per tutta risposta gli amministratori comunali anziché riprendersi le tre strutture che noi volevamo riconsegnare spontaneamente, alzarono il tiro presentando un ricorso contro la decisione del giudice di rigettare la loro istanza di sfratto. Dopo che il presidente del Tribunale di Latina dichiarò «inammissibile» il loro ricorso (in pratica gli amministratori comunali pretendevano che il giudice si rimangiasse tutto), incaricammo l’ufficiale giudiziario di riconsegnare le tre strutture. Ebbene, anche stavolta il Comune si rifiutò di riprenderne il possesso. Una scelta che lasciò sbigottito lo stesso ufficiale giudiziario. Un comportamento davvero incomprensibile quello degli amministratori comunali. Da sottolineare che il contratto d’affitto delle tre strutture è scaduto da parecchi mesi. Oltre a disporne il sequestro giudiziario, il Tribunale ha condannato il Comune al pagamento di tutte le spese legali”.