A pochi giorni dall’apertura di Euro 2020 non potevamo che dedicare questo capitolo alla storia di un trofeo che, nel tempo, ha registrato evidenti cambiamenti che hanno accompagnato la trasformazione del calcio continentale.
Torneo che venne inaugurato in Francia nel 1960, con sole quattro squadre, per arrivare oggi a ben ventiquattro squadre.
Il record di tornei ospitati è della Francia: il primo, l’edizione del 1984 che laureò campioni i padroni di casa capitanati da Michel Platini, e l’ultima edizione del 2016 persa dalla Francia in finale con il Portogallo. In due occasioni, il torneo si è svolto in Italia: nel 1968 con il trionfo degli Azzurri di Valcareggi, mentre dodici anni più tardi, nel 1980, gli uomini di Bearzot si fermarono alle semifinali. Hanno invece ospitato una sola edizione Spagna, Belgio, Jugoslavia, Germania Ovest, Svezia, Inghilterra e Portogallo, oltre alle tre volte in cui l’organizzazione è stata assegnata a due nazioni, ossia Belgio e Olanda (2000), Austria e Svizzera (2008) nonché Polonia e Ucraina (2012). L’edizione 2020, che partirà venerdì,invece, sarà itinerante con gran finale a Londra.
Per quello che concerne l’albo d’oro, due squadre hanno vinto per tre volte il titolo: la Spagna (1964, 2008 e 2012) e la Germania (1972, 1980 e, da nazione unificata, 1996). Due vittorie sono andate ai francesi (1984 e 2000), mentre un successo è stato colto da URSS (1960), Italia (1968), Cecoslovacchia (1976), Olanda (1988), Danimarca (1992), Grecia (2004) e dal Portogallo nell’ultima edizione del 2016.
Per quanto riguarda, i “bomber”, la storia degli Europei incorona Michel Platini, con nove reti in sole cinque presenze. Le Roi, però, è stato raggiunto nel 2016 da Cristiano Ronaldo che ha totalizzato lo stesso numero gol, seppur con un numero di presenze decisamente superiore: 21.
Gli Azzurri, come abbiamo, riuscirono a conquistare l’ambita Coppa Henri Delaunay (dal nome del primo segretario generale della UEFA e fautore dell’idea di un torneo per le nazionali europee) nel 1968 in finale contro la Jugoslavia il 10 giugno a Roma. L’incontro era in realtà una ripetizione della finale dell’8 giugno, conclusasi con un pareggio, dal momento che il regolamento dell’epoca non prevedeva la possibilità dei tiri di rigore. Trattandosi della sola finale disputata due volte, la partita che assegnò la vittoria agli italiani rimane un evento unico nella storia degli Europei di calcio. Mentre altre due volte furono battuti in finale nel 2000 contro la Francia per 2 a 1 e nel 2012, quando venne sconfitta dalla Spagna con un pesante 4 a 0.
Infine, in attesa del calci d’inizio, possiamo raccontare che nella prima edizione dei Campionati Europei, il podio finale era composto da Unione Sovietica, Jugoslavia e Cecoslovacchia, tre nazioni che, oggi, non esistono più e che l’unica partita della storia decisa dal lancio di una moneta premiò l’Italia. Era il 5 giugno 1968 e la semifinale contro l’Unione Sovietica finì 0-0 dopo i supplementari. La qualificazione si giocò a testa o croce. Un franco francese fu lanciato nello spogliatoio dall’arbitro. Al primo tentativo la moneta s’incrastrò, al secondo decretò la vittoria azzurra. Oppure che il primo rigore a ‘cucchiaio’ fu tirato agli Europei. Era il 1976, finale tra Germania Ovest e Cecoslovacchia, si va ai rigori: Hoeness sbaglia e Panenka ha sul piede la palla del titolo e beffa Sepp Maier col primo cucchiaio mai realizzato. Infine, la storia più incredibile: la Danimarca che vinse Euro 92 essendo stata ripescata dopo l’esclusione della Jugoslavia.
E da venerdì tutti incollati alla tv, con il tricolore al balcone, pronti a intonare l’inno di Mameli…forza
A cura di Giovanni di Giorgi
Direttore editoriale della casa editrice Lab DFG