Aziende agricole “senza terra”, partono i controlli dell’Inps per contrastare il fenomeno del caporalato. Dopo l’arresto dell’imprenditore, operante tra Sabaudia e Terracina, accusato anche di aver sparato all’indirizzo dei suoi stessi braccianti allo scopo di farli lavorare di più, la direzione regionale Inps Lazio annuncia un giro di vite e controlli integrati.
Le indagini sul caporalato svelano il peculiare fenomeno delle aziende agricole “senza terra”, cooperative (e non solo) che dietro la fornitura di manodopera ad aziende committenti per lo svolgimento di lavoro agricolo celano, talvolta, situazioni di sfruttamento.
Ed è proprio contro il fenomeno delle aziende “senza terra” che la direzione regionale Lazio dell’Inps ha deciso di passare all’attacco, con un vero e proprio giro di vite, che prevede di mettere in campo una serie di controlli integrati, sia di tipo amministrativo che di tipo ispettivo.
“Non possiamo demandare i controlli ai pochi ispettori che abbiamo in organico – afferma Fabio Vitale, direttore Inps Lazio -, ma, in linea con la filosofia della ‘vigilanza documentale’, dobbiamo anticipare tutte le verifiche del caso a monte, quando le aziende si iscrivono all’Inps mediante la denuncia aziendale. Verificheremo con attenzione il concreto contenuto dei contratti presentati in fase di iscrizione: se questi non vengono prodotti, oppure se evidenziano contenuti non coerenti con lo svolgimento di attività agricola, non esiteremo a respingere le richieste di iscrizioni. Allo stesso modo, obbligheremo le aziende iscritte a notificare tempestivamente gli ulteriori contratti stipulati dopo l’avvenuta iscrizione”.
L’idea dell’Inps Lazio è quella di stimolare le competenti Direzioni centrali a implementare l’applicativo telematico che gestisce l’iscrizione. “Ma partiremo immediatamente – promette Vitale – con le richieste a mezzo posta elettronica certificata”.
“Gli ispettori specializzati nell’ambito dell’agricoltura – spiega il direttore regionale dell’Inps Lazio – hanno fornito il loro prezioso punto di vista su come anticipare e rendere più efficienti i controlli: a loro spetterà la verifica dell’effettiva sussistenza dei requisiti autodichiarati o risultanti dai contratti. Se l’attuale quadro normativo e procedimentale lo consentirà, immaginiamo di affiancare all’occhio umano quello di telecamere montate su droni”.
“L’auspicio, naturalmente, è che l’azione dell’Istituto sia di stimolo agli operatori del settore a operare in maniera rispettosa della normativa e, soprattutto, dei diritti dei lavoratori: sono ancora troppo poche le aziende che hanno fatto richiesta di iscrizione alla Rete del Lavoro Agricolo di Qualità, articolata a livello provinciale, presieduta dall’Inps e composta dai rappresentanti delle amministrazioni interessate e delle associazioni sindacali e di categoria, cui possono aderire le imprese in regola con gli obblighi fiscali, con i contributi previdenziali e assicurativi e che non abbiano riportato condanne per violazioni in materia di lavoro e legislazione sociale”, conclude il direttore Inps Lazio.