Una petizione a sostegno della realizzazione dell’autostrada Roma-Latina. L’iniziativa è organizzata dalla Cisl di Latina e sarà presentata il 2 agosto in piazza del Popolo con relativa raccolta di adesioni dalle 9.30 alle 13.
Lo scopo della petizione è di velocizzare la decisione sull’ulteriore ricorso di carattere dilatorio, “volto solo a non realizzare l’opera”, sostiene la Cisl.
Quella dell’autostrada è una storia travagliata che dura da 15 anni: inizia dall’Anas con un’operazione finanziaria di quasi 3 miliardi, un considerevole investimento Cipe, poi un ricorso al Tar, un appello al Consiglio di Stato e un ultimo ricorso straordinario pendente dinanzi al Presidente della Repubblica.
“Occorre sfruttare le autorizzazioni e i finanziamenti già concessi per l’opera – dichiara Roberto Cecere, segretario generale della Cisl di Latina -. La sua realizzazione rappresenta per la provincia e per l’intera regione un sostegno efficace al nostro apparato industriale e logistico per un rilancio occupazionale trasversale a tutti i settori produttivi. I numerosi ostacoli che nel tempo si sono presentati nell’attuazione di questo progetto, riflettono la precarietà del nostro sistema sociale ed economico. Pertanto, è doveroso da parte di tutti noi unirsi in un fronte comune per mantenere alta l’attenzione su questo progetto, che è indispensabile per la mobilità delle persone e delle merci.”
La Cisl ricorda che la strada statale 148 (Pontina) è considerata tra le più pericolose d’Italia, e “i dati statistici sono impietosi: dall’analisi Istat disponibile, emerge che nel corso dell’anno 2017 sono stati circa 1.500 gli incidenti nella provincia di Latina e in 12 mesi sono stati 56 i morti causati dai sinistri stradali”.
“La comunità pontina – afferma Cecere – sottoscrivendo la petizione dimostrerà la ferma volontà di andare avanti, dando un messaggio forte al Governo Centrale che è ancora assorto da perplessità sulla realizzazione dell’opera, che a loro parere risulta essere solo un rischio di un eccessivo peso sui conti pubblici e sulla collettività. Studi inventati dal Movimento Cinque Stelle per bloccare tutte le grandi opere del paese. Il cambiamento deve partire dalle piccole comunità ma serve una grande presa di coscienza per evolversi e progettare il futuro”.