C’erano anche un chilo di polvere da sparo con frammenti metallici, un rotolone di miccia, e una bomba a mano di fattura artigianale con bulloni tra le armi e munizioni sequestrate dai carabinieri a Terracina. Fucili, pistole, passamontagna, maschere, proietti di diverso calibro e anche un lampeggiante e una paletta con un fac-simile del simbolo dell’Arma dei carabinieri. Il tutto era custodito all’interno di tre borsoni, coperti dalla vegetazione, rinvenuti in mezzo a un campo incolto adiacente al perimetro dell’ospedale Alfredo Fiorini. A portare i militari del Norm della locale Compagnia, diretta dal capitano Francesco Vivona, la segnalazione di un cittadino che aveva rinvenuto sul ciglio della strada alcuni proiettili.
In tre borsoni una vera e propria santabarbara, con tanto di arma da guerra: un mitraglietta Mp40, perfettamente funzionante, in uso dall’esercito durante il secondo conflitto mondiale. Un’arma che non può essere detenuta se non dai musei previa disattivazione. Un reperto bellico che anziché essere consegnato alle autorità è stato conservato negli anni, forse rivenduto illegalmente.
Tutte le armi, rinvenute e poste sotto sequestro, erano perfettamente manutenute: nei borsoni anche l’occorrente per la cura di fucili e pistole: un fucile da caccia a canna mozza, fucili semiautomatici e a pompa, una pistola con tanto di silenziatore, un revolver e proiettili a volontà. Il tutto sarà consegnato al Ris per gli esami tecnici. Le armi saranno sottoposte alle prove balistiche per stabilire se, dove e quando possono aver sparato in precedenza.
Oggi nella conferenza stampa indetta presso il comando provinciale dei carabinieri, alla presenza del tenente colonnello Pietro Dimiccoli, del capitano Vivona, del tenente Silvio Bengivenda, comandante del Norm di Terracina, e del luogotenente Antonino Ciulla, comandante della stazione di Terracina, è stato spiegato che l’arsenale in questione poteva servire a compiere rapine e assalti a portavalori, la povere da sparo a far saltare sportelli bancomat. Colpi “importanti”, da veri professionisti del crimine.
Ma perché abbandonare, o nascondere, una santabarbara in un campo? La risposta l’ha data il capitano Vivona: “Perché negli ultimi tempi l’Arma dei carabinieri di Terracina, e non sono, ha posto in essere una serie di attività e perquisizioni perché sapevamo che c’erano delle bande di malviventi che si stavano preparando a furti e rapine in vista delle festività natalizie, a Terracina, nel Sud Pontino, a Latina e dintorni. Il fiato sul collo deve aver spinto i malviventi a disfarsi velocemente dell’arsenale”. “Possiamo dire – ha concluso il tenente colonnello Dimiccoli – che con questa operazione abbiamo tolto dalla circolazione armi particolarmente aggressive”.