“Ottanta milioni di euro con delibere del Cipe per avviare da subito un progetto di lungo peeriodo che coinvolga le università per fare di Santo Stefano un luogo di memoria e di formazione per i giovani, la nuova classe politica dell’Europa. E poi l’impegno del Governo per far partire immediatamente i primi lavori di consolidamento del vecchio carcere che diventerà una sorta di foresteria per gli studenti”. Sono le parole con cui Matteo Renzi ha scaldato la platea questa mattina, appena presa la parola all’interno del centro polivalente di Ventotene, durante la visita istituzionale che aveva annunciato solo pochi giorni fa e che aveva, avrà, anche il compito di riavviare il dialogo tra i paesi membri dell’Unione europea dopo la tensioni delle ultime settimane. “Non basta un carcere per contenere il pensiero, la libertà – ha detto il Premier -. Qui è nato quel seme dell’Europa libera e unita e da qui ripartiamo per opporci come Italia a chi vuole distruggere Shengen. Si riparte da qui, da Ventotene”, ha ribadito il premier dando appuntamento al 31 agosto del prossimo anno, in occasione del 110° anniversario della nascita di Altiero Spinelli, quando si prevede finiranno gli interventi del primo step.
Ricordando Spinelli
L’alba nascosta dalle nuvole si era levata già da un pezzo quando è cominciato, per davvero, il grande giorno di Ventotene. Alle 9.40, per la precisione. Quando è atterrato l’elicottero che ha portato sull’isola il presidente del Consiglio Matteo Renzi, il ministro per i beni culturali Dario Franceschini, e il governatore del Lazio Zingaretti. Ad attenderli, nella zona del cimitero, il sindaco di Ventotene Geppino Assenso che ha fatto gli onori di casa. Tutti insieme si sono recati subito al cimitero per deporre una corona sulla tomba di Altiero Spinelli, il “padre” del Manifesto per un’Europa libera e unita, il documento scritto durante il confino politico a Ventotene e che ha rappresentato la prima pietra del federalismo europeo.
Il sopralluogo a Santo Stefano
Subito dopo, in un braccio di mare blindato da Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Marina Militare, il premier Renzi, Franceschini, Zingaretti e Assenso, a bordo di una motovedetta della Capitaneria di Porto sono stati accompagnati fino all’isola di Santo Stefano, per visitare i resti pericolanti del carcere borbonico, struttura carceraria di straordinario interesse storico e architettonico, ma soprattutto dall’altissimo valore simbolico. Fu ospite dell’ergastolo di Santo Stefano anche un futuro presidente della Repubblica, Sandro Pertini. Ed è proprio per illustrare i progetti di recupero dell’antico carcere simbolo della libertà di pensiero, da decenni in stato di abbandono nonostante i ripetuti appelli della piccola comunità isolana, che il premier ha scelto oggi Ventotene, per affidare a un’operazione dall’alto profilo ideale la ripresa di un dialogo con i partner europei sul senso delle relazioni tra Paesi membri e soprattutto per recuperare il senso e gli ideali che ispirarono il Manifesto di Spinelli: “L’Europa – ha detto Renzi – non è fatta solo di codici fiscali e questo luogo ce lo insegna: non basta un carcere a contenere le idee di libertà e dei diritti, il Manifesto nasce per abbatterli i muri e non per costruirli”.
Le parole di Renzi sul libro d’onore della CP 305
“Grazie per il vostro servizio quotidiano nel Mediterraneo a difesa dei valori costitutivi della nostra civiltà. Viva l’Italia”, queste le parole del Presidente del Consiglio dei Ministri rivolte alle donne ed agli uomini della Guardia Costiera. Sono state scritte sul libro d’onore della motovedetta CP 305, unità della Guardia Costiera, a seguito delle brevi traversate che hanno consentito ai rappresentanti del governo, al presidente Zingaretti e al sindaco Assenso di giungere a Santo Stefano e di tornare a Ventotene.
Il progetto per l’Europa che verrà
Il progetto che il Governo Renzi intende rilanciare si basa sul consolidamento statico e la messa in sicurezza dell’intero complesso monumentale, con il miglioramento dei sentieri e degli accessi per le visite dei turisti, il recupero dei depositi idrici minimi ed una prima dotazione elettrica. Questo nella prima fase. Il piano prevede inoltre il restauro conservativo della struttura per la realizzazione di una “foresteria” dove ospitare la sede per la formazione della nuova classe dirigente europea che sarà affiancata da un centro museale internazionale dei diritti dell’uomo e le attività di documentazione, un moderno museo dedicato alla sua storia e, più in generale, alla storia del sistema penitenziario, con la presenza di installazioni multimediali interattive che rievochino i principali aspetti della vita quotidiana all’interno del carcere, o tematiche particolari. Il progetto che sarà finanziato con fondi europei, attraverso il Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo) prevede parallelamente il supporto logistico su Ventotene per le diverse iniziative, con attività formative e di convegnistica su tematiche mirate, alla ricerca ed alla tutela dell’ambiente marino e terrestre che già dal 1999 è Riserva statale (marina e terrestre) e Sito di importanza comunitaria e Zona di protezione speciale. Un progetto a lungo termine che prevede il coinvolgimento dei ministeri dell’Economia e dei Beni cultura, della università, della Regione Lazio e dell’Unione europea.
Il sindaco Assenso
Visibilmente emozionato, Geppino Assenso ha dato il via alla conferenza presso la sala polifunzionale di Ventotene. Presenti anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Sesa Amici, il Prefetto di Latina Pierluigi Faloni, il presidente della Provincia di Latina Eleonora Della Penna, il senatore Bruno Astorre e soprattutto i sindaci del territorio, Sandro Bartolomeo di Formia, Salvatore De Meo di Fondi, Piero Vigorelli di Ponza, Carla Amici di Roccagorga, Cosmo Mitrano di Gaeta, Federico Carnevale di Monte San Biagio e Francesco Faiola di Sperlonga oltre che dai consiglieri regionali Enrico Forte, Rosa Giancola e Giuseppe Simeone, i comandanti provinciali delle forze dell’ordine, il Questore di Latina Giuseppe De Matteis, i colonnelli dei carabinieri e della Finanza Eduardo Calvi, Giovanni Reccia, il comandante dei Vigili del fuoco, l’ingegnere Maurizio Liberati: “Ringrazio tutti gli intervenuti – ha detto Assenso -, il presidente Renzi, per l’attenzione che ci sta dimostrando. Gli impegni presi fanno ben sperare finalmente dopo troppi anni di abbandono. Sono fiducioso che questa volta si potrà finalmente avviare il recupero di una struttura che rappresenta tutti un grande patrimonio. Qui è nata l’Europa e l’Italia oggi ha bisogno di più Europa”.
All’esterno della sala polivalente ad attendere Renzi una delegazione del Movimento federalista europeo che ha dato vita a una piccola manifestazione con cori e striscioni, per invitare il governo italiano a difendere con fermezza gli accordi di Shengen sulla libera circolazione all’interno dei confini dell’Unione.
Il piano di sicurezza
Ventotene per un giorno blindata. Il piano di sicurezza ha funzionato alla perfezione con l’impiego di 40 uomini appartenenti ai diversi corpi di polizia. Un numero esiguo rispetto a manifestazioni di questo calibro. Ma ciò è stato possibile proprio grazie al piccolo lenzuolo di terra quale è l’isola, sulla quale sono arrivate sì un gran numero di persone ma tutte controllate all’imbarco a Formia, quando sono salite a bordo della “Don Francesco”, la nave della Snav che per l’occasione su disposizione del Comune di Ventotene ha effettuato una corsa speciale, carica di rappresentanti delle istituzioni, politici, cronisti, e di quanti hanno voluto assistere al risveglio dell’Europa.
In piazza il sapore dell’ospitalità
Al termine dell’evento, gli ospiti di un giorno speciale sono stati invitati in piazza per un rinfresco in attesa del ritorno sul continente. Tanti i volti noti della provincia di Latina: Gerardo Stefanelli e Alessandro Di Tommaso, candidati sindaci di Minturno e Terracina, Sandro Catani della Sovrintendenza ai beni culturali, Titta Giorgi, consigliere comunale di Sezze e della comunità setina anche il dirigente della Polizia Locale Lidano Caldarozzi, l’ex consigliere comunale di Latina Marco Fioravante e molti altri. “Il senso di questa importante operazione – ha commentato a margine dell’evento il consigliere regionale Giancola – è recuperare un monumento nazionale quale il carcere di Santo Stefano e restituire questo simbolo all’Europa. Questo onora il nostro territorio e la Regione”.