Tra sette giorni sarà il verdetto delle urne a decretare il nome del prossimo sindaco. La scelta è tra la continuità, attraverso la conferma della coalizione civica guidata da Antonio Terra, che amministra la città ormai da 10 anni e tra il ritorno del centrodestra guidato dal maresciallo dei carabinieri Domenico Vulcano, nuovo della politica ma che, in caso di vittoria, riporterebbe in maggioranza parte del centrodestra che aveva amministrato con Calogero Santangelo fino alla sfiducia, avvenuta nel 2009 e un esiguo numero di nuovi personaggi politici. Nei fatti, indipendentemente dall’esito del ballottaggio, la vera novità è nello schieramento del centrosinistra, già all’opposizione, che porterà in aula il consigliere più giovane d’Italia, Davide Zingaretti, con un patrimonio di 401 voti, l’ex preside Giorgio Giusfredi, anche lui volto nuovo della politica e riconferma solo il consigliere del PD Vincenzo Giovannini.
Il centrodestra è forte di un vantaggio pari al 5,96%, uno scarto esiguo tradotto in voti, appena 1807, grazie soprattutto ad una Lega trainante che ha regalato al centrodestra circa 3000 voti in più rispetto alla precedente tornata elettorale, mentre Terra che nel 2013 aveva vinto al primo turno, ha perso circa la metà dei voti. A conti fatti però a vincere le elezioni è stato il partito di quelli che non si schierano, un 43,99% di persone che hanno scelto di non presentarsi alle urne.
Sarà forse per quel vantaggio esigui che Domenico Vulcano rifugge ai confronti pubblici: fino ad ora ha declinato l’invito di comitati e associazioni. Un segnale di debolezza secondo Terra, che non risparmia critiche all’avversario che evita il confronto e il quale, a stretto giro risponde: “L’unico confronto – spiega Vulcano – è quello con i cittadini”. Cittadini che per scegliere, in assenza di dibattiti pubblici, devono prendere per buone promesse e proposte che possono leggere sui giornali e sui programmi elettorali, sempre simili tra loro, senza potersi fare un’opinione attraverso lo scambio diretto.
In assenza di confronti, la vera guerra tra le due coalizioni si sposta sui social, dove le bordate piovono tra i sostenitori dell’una o dell’altra compagine. E così articoli riguardanti fatti che hanno infiammato negli anni passati il dibattito politico, vengono riportati alla ribalta per svilire l’avversario. E se la richiesta di rinvio a giudizio per Terra e i contributi elargiti da Rida per la campagna elettorale 2013 armano la mano del centrodestra, i civici sfoderano l’intramontabile addendum Aser e le intercettazioni che immortalano un consigliere eletto del centrodestra a colloquio con gli indagati di Mafia Capitale, in una guerra all’ultimo voto che però lascia indifferente la maggior parte dei cittadini.