Ha tentato di strangolare una 68enne, ricoverata con lui nel reparto psichiatrico dell’ospedale di Cassino, perchè- dichiara- la voce gli ha ordinato di farlo. Torna in carcere Salvatore Amato, il 46enne di Aprilia che il 23 maggio 1998 uccise la sua fidanzata Stefania Gusella. Amato, allora 28enne, strangolò la ragazza, la investì ripetutamente con l’auto, poi seppellì il corpo nella pineta di via Selciatella. Tutto perchè “una voce gli aveva ordinato di farlo”. Dopo aver scontato 16 dei 23 anni di carcere, l’uomo, in libertà vigilata, era stato ricoverato presso l’ospedale di Cassino, nel reparto psichiatrico. sabato scorso, approfittando dell’assenza degli infermieri, ha raggiunto la stanza affianco alla sua e ha tentato di strangolare la una 68enne ricoverata. Le urla della donna però hanno richiamato l’attenzione degli infermieri. I militari della stazione di Cassino, hanno inviato un’informativa dettagliata alla procura di Cassino e ieri mattina hanno trasferito Amato in carcere. Intanto la squadra mobile di Cassino indaga sul secondo omicidio confessato da Amato. Il 46enne di Aprilia pochi giorni fa, mentre era ricoverato, ha chiesto di poter parlare con i poliziotti e confessato loro di aver strangolato sulle rive del Tevere un senzatetto polacco che gli aveva chiesto un’offerta in denaro. Il delitto risalirebbe all’ottobre scorso. Effettivamente in quel mese le acque del fiume che attraversa la capitale restituirono il corpo di un uomo, ma in assenza di segni evidenti di morte violenta si ipotizzò la morte per annegamento. A riaprire il giallo le rivelazioni di Amato, ora in carcere a Cassino.