Arriva la sentenza sul caso delle somme versate dai cittadini nelle casse del comune di Aprilia anziché al Acqualatina. Il tribunale di Latina ha stabilito che i cittadini hanno versato il contributo per le bollette idriche volontariamente, quindi l’ente di piazza Roma, non è tenti a restituire quelle somme al gestore. Oggi infatti è stata pubblicata la sentenza n. 142/2016 della Seconda Sezione Civile, estensore la dottoressa Mancini, relativa agli acconti per servizio idrico versati da tanti cittadini al Comune che non ritenevano legittime le tariffe applicate da Acqualatina quindi hanno preferito versare un contributo volontario al Comune di Aprilia, che, trattenendo quelle somme, non avrebbe commesso un illecito, mentre la società al contrario sosteneva che l’ente pubblico avesse da sempre interferito nei rapporti tra i cittadini-utenti e il gestore, in maniera tale da indurli in errore sull’effettivo destinatario dei pagamenti della tariffa, trattenendo indebitamente per sé le somme versate, chiedendo la condanna alla restituzione diretta nelle mani del gestore. “La decisione – ha commentato il primo cittadino Antonio Terra – smentisce tale fantasioso e confuso assunto e afferma la libertà di autodeterminazione dei cittadini che hanno deciso di effettuare i versamenti al loro Comune, unico ente che riconoscono come espressione delle loro libertà civiche, opponendosi, peraltro, a qualsiasi iniziativa dell’ente volta a restituire spontaneamente ad Acqualatina e senza una loro espressa autorizzazione i soldi versati sull’apposito conto. La pronuncia che viene definita innovativa e senza alcun precedente giurisprudenziale dal giudice estensore, nel contempo mette in luce, al di là di ogni residuo dubbio, anche l’atteggiamento onesto e irreprensibile dell’Amministrazione Civica che non ha mai negato, a dispetto di quanto purtroppo sostenuto da tempo da una campagna diffamatoria portata avanti da politici distratti e poco informati, la restituzione di tali somme ai legittimi detentori, tant’è che da sempre tale operazione di restituzione sta avvenendo ove i cittadini ne facciano richiesta”. I cittadini a partire dal 2004 e fino allo scorso anno, sulla scia della battaglia per l’acqua pubblica condotta dai comitato e dall’amministrazione comunale, non riconoscendo né la legittimità del contratto stipulato con il gestore né la validità delle tariffe applicate, hanno iniziato a versare un contributo forfettario all’ente di piazza Roma, dichiarando di voler pagare “il giusto”. Ora il Tribunale, tenendo conto della volontarietà del contributo, ha svincolato l’ente dall’obbligo di restituire direttamente quelle somme al gestore del servizio.