Alla fine, per fortuna, gli scontri non ci sono stati. Le minacce e gli insulti diffusi in rete non sono approdati a Campoverde, dove questa mattina alle 8.30, presso il Cippo dedicato al battaglione Barbarigo, alla X Mas e alle camicie nere ha avuto luogo la cerimonia dell’altro 25 aprile, quello che non riconosce il giorno della liberazione e che celebra i morti dalla parte degli sconfitti. Dall’altro lato della strada, il presidio antifascista di 40 persone, non solo esponenti dell’Anpi, ma anche del PD locale e della CGIL provinciale, venuti anche quest’anno a ribadire che quella cerimonia è anticostituzionale, perché contraddice appunto i valori che sorreggono la Repubblica Italiana, nata dalla cacciata delle forze di occupazione da parte dei partigiani. Una cerimonia che, per il presidio antifascista, rappresenta uno schiaffo alle leggi dello stato, che vieta l’apologia del fascismo, un colpo ancor più doloroso perché inferto nel giorno della liberazione. Per questo il gruppo, capeggiato dall’Anpi di Aprilia presieduta da Filippo Fasano, per tutto il tempo della cerimonia hanno cantato canzoni partigiane e letto gli articoli della costituzione. A separarli dai filo fascisti il cordone delle forze dell’ordine, composto dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Cisterna e di Latina e i carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia, che hanno evitato qualsiasi tipo di contatto tra i due schieramenti. Dall’altro lato della strada, un folto gruppo di persone, mestamente ha ascoltato la messa per i giovani morti della Repubblica di Salò. Se da un lato il presidio antifascista ritiene la cerimonia oltraggiosa, dall’altro il gruppo di nostalgici rivendica solo la volontà di ricordare e onorare i propri morti. Qualche giorno fa gli organizzatori della cerimonia al cippo avevano anche preso le distanze da insulti e minacce volati su facebook, che uno dei leader di Militia di Albano aveva rivolto all’Anpi. Le provocazioni non sono mancate. Il saluto romano nemmeno, ma i disordini non ci sono stati. Intanto, schierato con i partigiani, c’era anche il senatore Massimo Cervellini, che qualche giorno fa aveva portato il caso del cippo in parlamento e promette di volersi battere per ottenere la rimozione.