Tanti interrogativi e poche certezze sul futuro della municipalizzata. E’ quanto emerso questa mattina nel corso della commissione finanze, durante la quale la maggioranza, interrogata sulle sorti future della Multiservizi, non ha voluto fornire dettagli sulle indiscrezioni legate alla messa in liquidazione dell’azienda speciale, un percorso che invece pare aver subito un’accelerata decisiva dopo la pubblicazione della relazione dell’ispettore del Mef, avvallato anche dai consulenti tecnici del Comune di Aprilia. L’assessore alle finanze Roberto Mastrofini, nella relazione introduttiva, è tornato a parlare degli argomenti che maggiormente preoccupano l’amministrazione: il debito da 10 milioni 900 mila euro maturato nei confronti dell’Agenzia delle entrate per iva e contributi mai versati tra il 2003 e il 2008 e il debito per oltre 3 milioni di euro legato alle fatture 39 e 40, messe in bilancio da Asam come servizi prestati tra il 2005 e il 2008 ma contestate dall’ente di piazza Roma. Per risolvere quel contenzioso milionario, ora l’amministrazione comunale nominerà un’arbitro, l’avvocato Daniele Giuncato, già consulente di parte per la relazione portata alla Corte dei Conti sul caso A.Ser. Il tecnico, pagato da Comune e da Multisrvizi, dovrà decidere su quel contenzioso. “Per noi cambia poco- ha ammesso il sindaco Antonio Terra- perchè qualunque cosa deciderà l’arbitro sarà comunque il Comune di Aprilia a dover pagare”. “Si tratta di una vicenda complessa- ha ammesso il primo cittadino- e la soluzione potrebbe essere anche quella di mettere in liquidazione l’azienda. Siamo ad un bivio e dobbiamo prendere una decisione, non per via dell’ispezione del Mef ma alla luce dei problemi già noti”.
L’amministrazione, come affermato in apertura dal delegato alle finanze Mastrofini, ha chiesto la rottamazione della cartella esattoriale di Equitalia da 10milioni 900 mila euro, riferibile al debito maturato con l’Impdap per il quale negli anni passati l’amministrazione aveva pattuito attraverso accordi informali di dover pagare 6milioni 400 mila euro, 4milioni e mezzo per il mancato pagamento delle tasse, la restante parte per intressi di mora. Un accordo sfumato dopo la fusione tra Inps e Impdap, che ha fatto lievitare la cifra fino a 10 milioni di euro. Di quel debito ad oggi sarebbero stati pagati solo 2milioni 240 mila euro. “Non esistono documenti- ha rilevato il consigliere di Primavera Apriliana Carmen Porcelli- che attestino l’avvenuto pagamento dei debiti coperti con la delibera 29 e nessuno può fare conti di massima su quei pagamenti. Alla luce di quanto emerso oggi, ritengo che qualunque decisione si assumerà in assenza di una certezza del debito e delle responsabilità di chi ha creato questo vortice debitorio sia aleatoria e non definitiva. Cioè si continuano a coprire perdite senza capire da cosa derivino. Inoltre, a quanto pare i 2milioni 240 mila euro già pagati per Inps non risulterebbero che da rapporti informali. Che vuol dire? Che non ci sono documenti che attestino l’avvenuto pagamento?”