Tasse in aumento senza applicare il principio dell’equità sociale. Il Partito Democratico di Aprilia torna a puntare il dito contro la giunta Terra, che con il bilancio di previsione 2015, ha previsto aumenti delle aliquote per Tasi, Imu ed Irpef, che ricadono soprattutto sui cittadini delle fasce più svantaggiate. Incrementi che riguardano l’Imu, con un aumento di 50 euro pari a circa il 40% per le rendite catastali medie di 500 euro rispetto al 2014, di 84 euro per le case di maggior pregio e di 170 euro per quelle di lusso con rendita superiore ai 2000 euro. “Oltre agli aumenti- denuncia il segretario del PD Alessandro Mammucari- la Giunta Terra da un calcio all’uguaglianza, cosa che si può fare proprio perché civici e quindi lontani da concetti quali l’uguaglianza sociale, se si pensa che una casa di scarso valore viene chiamata a fronteggiare un aumento del 40 per cento, mentre le case di lusso un aumento del 20 per cento. Per la Giunta Terra il principio guida è meno hai e più dai. Principio confermato con l’addizionale comunale Irpef dove gli aumenti maggiori saranno a carico di pensionati e lavoratori dipendenti con meno di 15.000,00 euro. Questi soggetti con le pensioni di dicembre e gli stipendi di fine anno vedranno decurtarsi una cifra di 60 euro per far fronte all’aumento dell’addizionale comunale IREPEF deciso con il Bilancio di Previsione 2015,mentre un facoltoso professionista con oltre 75.000,00 non sarà chiamato a far fronte a nessun aumento per rimpinguare le casse comunale”. L’Imu, secondo il quadro reso dal PD, cresce anche per agricoltori e attività produttive, che dovranno fronteggiare il pagamento dell’imposta rispetto al 2014 e per la seconda categoria l’obbligo di pagare insieme acconto e saldo. “Questi aumenti inaccettabili e insostenibili scaricati sulle fasce più deboli della nostra popolazione non produrranno servizi al cittadino, bensì fanno riscontro con le folle spese per consulenze che nel 2014 hanno raggiunto la modica cifra di 960.000,00 di euro e nei primi dieci mesi del 2015 600.000,00 di euro segno di una spesa pubblica gestita in modo molto discutibile e a spregio dei più elementari criteri di equità”.