Un centro storico modificato e diverso rispetto alle misure e ai vincoli previsti dal Piano Regolatore. L’amministrazione comunale di Aprilia affida a due tecnici il compito di prendere atto dei cambiamenti e riportare un’immagine reale del centro città. Con la determina 697 del 28/12/2015, il dirigente del settore urbanistica architetto Paolo Ferraro ha approvato l’incarico diretto, affidato per 20 mila euro complessivi all’architetto Roberto Nuti, presidente dell’Assinarch e all’ingegnere Pietro Raponi per ripulire il Piano Regolatore del 1973 dai vincoli d’inedificabilità ormai decaduti e dalle procedure espropriative di fatto mai concretizzate a cui l’amministrazione non intende dare seguito. Il percorso di fatto permetterà all’ente di piazza Roma di cancellare i vincoli di inedificabilità previsti dal Prg e legati alla realizzazione o all’ampliamento di strade già esistenti. L’effetto collaterale potrebbe essere un incremento di cubatura in alcune aree, dove la decadenza del vincolo permetterà ai proprietari di prevedere nuove costruzioni o l’ampliamento di vecchi edifici. Il percorso, a seconda dei lotti in cui ricadono i vincoli da cancellare, potrebbe portare vantaggi per i privati oppure per la parte pubblica. Una scelta amministrativa e politica, quella delle civiche, che dopo la variante di recupero dei nuclei spontanei, intervengono anche sul centro, dimostrando, a dispetto delle promesse fatte in campagna elettorale, di preferire piccole modifiche al piano regolatore generale rispetto alla pianificazione di un nuovo piano regolatore. Se nel programma elettorale del 2013 le civiche promettevano un nuovo piano regolatore per la città di Aprilia, le dichiarazioni del sindaco Terra, rese durante la conferenza stampa di fine anno e in consiglio comunale vanno in tutt’altra direzione. “Dal vecchio piano regolatore- aveva detto il primo cittadino- restano 2 milioni di mc approvati ma ancora non realizzati nella zona semiperiferica della parte sud della città. A breve torneranno dalla Regione i piani attuativi della variante di recupero, cubature che con ogni probabilità verranno realizzate nei prossimi 30 anni. Dobbiamo capire che tipo di piano serve per una città ancora indietro per quanto riguarda le periferie dal punto di vista delle opere di urbanizzazione. Importante allora capire come e quanto intervenire”.