Non ha fatto in tempo a riaprire dopo due anni di stop forzato, che i residenti son tornati a lamentare gli stessi disagi che per anni li hanno perseguitati. La kyklos di Borgo Le Ferriere, dopo l’incidente che il 28 luglio 2014 portò alla morte dei due operai della Mira di Orvieto, ha riaperto solo il 1° giugno e da allora è stato un continuo susseguirsi di segnalazioni da parte dei residenti, che lamentano odori nauseanti provenire dall’impianto di compostaggio. Lamentele rese note anche dal Comitato No Miasmi, che attraverso i social ha ribadito il proprio impegno per garantire la sicurezza degli abitanti e la vivibilità della zona. D’altro canto anche prima della riapertura, il Comitato ha proseguito la campagna informativa e avviato un ricorso al presidente della Repubblica rispetto all’ampliamento dell’impianto. Agli enti preposti era stato chiesto invece di monitorare costantemente la situazione, apponendo delle centraline e con controlli costanti dell’Arpa, oltre che di verificare il rispetto delle prescrizioni per l’impianto, con lo stoccaggio dei rifiuti al coperto in un’area isolata proprio per contenere i miasmi. Le stesse disposizioni erano state richieste anche dai consiglieri Regionali di Sel attraverso una mozione depositata a febbraio che resta ancora senza risposta.
Del resto chi vive in zona, aveva iniziato a lamentare forti disagi ben prima del disastro del 28 luglio di due anni fa. Non solo cattivi odori, ma anche la presenza di polveri depositate periodicamente sui balconi e la strani malesseri che avevano colpito alcuni abitanti. Secondo residenti dal 1° giugno i miasmi sarebbero ricominciati come prima, costringendoli a vivere serrati all’interno delle abitazioni.