Riccardo Piattella, imprenditore 23enne di Aprilia, è stato rinviato a giudizio per omicidio stradale in conseguenza alla morte di un suo dipendente, il camionista 40enne di Anzio Domenico Di Liscia.
L’incidente stradale, costato la vita al camionista, avvenne ad Orbetello il 27 aprile 2017. L’uomo era alla guida di un camion della ditta che finì contro un guardrail sull’Aurelia, in direzione Grosseto-Roma, ribaltandosi e prendendo fuoco. Per il 40enne non ci fu scampo: morì carbonizzato.
Ieri a Grosseto l’udienza preliminare. Il Gup Marco Mezzaluna, accogliendo le richieste del pubblico ministero Arianna Ciavattini e dei legali delle parti offese, costituitesi parti civili, rinviando a giudizio il giovane apriliano. Udienza fissata al prossimo 30 maggio davanti al giudice Giovanni Puliatti. La responsabilità attribuita finora al 23enne sarebbe da ricercare nel mezzo affidato al camionista: un camion vecchio, non collaudato e soprattutto “elaborato” con un serbatoio supplementare di carburante “abusivo” risultato fatale, secondo la ricostruzione degli inquirenti.
L’incidente mortale sembrava riconducibile ad un colpo di sonno del 40enne o a una probabile distrazione dello stesso, ma i suoi famigliari sin da subito vollero vederci chiaro affidandosi, tramite il consulente Angelo Novelli, allo Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro. E presto sarebbe emersa un’altra, sconcertante verità, grazie anche allo scrupolo con cui la Procura di Grosseto, dopo aver aperto da prassi un procedimento penale, ha condotto le indagini.
Il sostituto Ciavattini ha acquisito il rapporto dei carabinieri, il disco cronotachigrafico del veicolo, l’informativa della Polizia Locale di Orbetello con allegata la denuncia di infortunio sul lavoro, l’informativa dell’ufficio Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro (Pisll) con le risposte ai quesiti posti alla Motorizzazione Civile e al Pra di Grosseto. E, soprattutto, ha disposto sia l’esame autoptico sulla salma per stabilire la causa del decesso, incaricando come proprio consulente medico legale il dottor Matteo Benvenuti, sia la perizia cinematica per chiarire dinamica e cause del sinistro, affidata all’ingegnere Silvio Magni, che ha esaminato anche l’autoarticolato. Sulla base di questa documentazione il Pm ha chiesto il rinvio a giudizio, disposto ieri dal Gup.
Ora la mamma e i fratelli di Domenico Di Liscia, e Studio 3A che li assiste, si aspettano giustizia e una pena esemplare, non solo per la vittima ma anche per i tanti, troppi lavoratori che non vengono messi in condizione di svolgere il loro lavoro in sicurezza, non ultima la categoria degli autotrasportatori costretti spesso a macinare migliaia di chilometri con mezzi e ritmi che rappresentano un pericolo costante, per loro e per gli altri. E si aspettano anche un equo risarcimento.