Lei ha 22 anni, una faccia da ragazzina, ed è madre di una bimba di soli sette mesi lasciata in Romania. E’ venuta in Italia, fidandosi di un connazionale, con la promessa di un lavoro. E invece l’amico le ha sottratto l’unico documento che aveva e l’ha sbattuta su strada ad Aprilia. Poi un giorno, mentre era al lavoro, cioè mentre cercava di adescare i clienti, un’auto l’ha investita. E’ così che la disgrazia si trasforma in un raggio di sole. A squarciare la tela dell’opacità la Squadra Mobile di Latina – II sezione – che ieri, a conclusione di un’attenta attività investigativa, ha fermato i presunti responsabili del reato di sfruttamento in danno della 22enne e di altre malcapitate dei paesi dell’Est gestite nell’attività di meretricio dalla coppia. Nei guai Marian Melicianu, 34enne già noto alle forze dell’ordine, e Claudiu Nelu Bulmoaga, 29enne, entrambi cittadini romeni, in Italia senza fissa dimora. Entrambi sono in stato di fermo di indiziato.
La ragazza investita era stata prontamente soccorsa e trasportata all’ospedale Goretti di Latina a seguito delle ferite riportate nell’incidente. E’ nella stanza di degenza del nosocomio che la giovane donna si apre e racconta l’orrore che stava vivendo, lei come pure le altre ragazze costrette da almeno due mesi a vendere il proprio corpo in alcune strade ricadenti nel comune di Aprilia, controllate a vista dai due romeni, ai quali ogni ragazza al termine della serata era costretta a consegnare l’intera somma ricavato dalle prestazioni sessuali. Fa nomi e cognomi la 22enne nella formale denuncia sulla quale si è svolta la rapida indagine della Squadra Mobile.
I due uomini accusati sono stati rintracciati, neanche a dirlo, nei pressi dell’ospedale di Latina dove si erano recati con molta probabilità per portare via la giovane ormai dimessa. Al loro posto hanno trovato i poliziotti.
La giovane donna ora è stata affidata ad una struttura protetta.