L’ipotesi paventata da residenti e comitato No Miasmi adesso è realtà. La procura di Latina ha decretato il dissequestro dell’impianto Kiklos di via Le Ferriere, teatro il 28 luglio scorso del tragico incidente nel quale persero la vita Fabio Lisei e Roberto Papini, due operai della Mira di Orvieto uccisi dalle esalazioni di acido solfidrico mentre caricavano percolato all’interno dell’azienda apriliana di compostaggio. Due giorni dopo erano scattati i sigilli per l’impianto di Acea, su disposizione della procura di Latina. Ora dopo 16 mesi il giudice ha stabilito che la Kyklos potrà riaprire a partire da febbraio. Il primo passo sarà quello di smaltire il compost del 2014, poi a metà febbraio potrà riprendere la produzione. Intanto la Regione Lazio l’estate scorsa ha rilasciato anche l’Aia per l’ampliamento dell’impianto mediante la realizzazione di un impianto Biogas. Giorni fa, quando la riapertura della Kiklos era solo un’ipotesi, i residenti e il Comitato No Miasmi avevano lanciato un appello chiaro alle istituzioni, per chiedere controlli stringenti. “In questi giorni- scriveva il Comitato No Miasmi- sta per essere formalizzato il dissequestro dell’Impianto di compostaggio Kyklos Acea di Via delle Ferriere, Aprilia, datato 27 dicembre 2015. L’ordinanza risale al 4 agosto del 2014, pochi giorni dopo la tragedia in cui gli Operai Lisei e Papini persero la vita durante operazioni di asportazione del percolato. A breve comincerà il processo penale per omicidio plurimo colposo. Tuttavia, la Regione Lazio e non più la Provincia di Latina ad assumere i compiti di vigilanza affinché l’Impianto si attenga ad una lunga serie di prescrizioni in vista della riapertura e della ripresa della produzione, che presumibilmente avverrà fra qualche mese. Il Comitato “No Miasmi” è già in allerta ed ha preso contatti con i Dirigenti regionali incaricati, affinché sia ben chiaro che la Popolazione residente eserciterà ogni forma di monitoraggio e di controllo della situazione.Le migliaia di Famiglie che hanno subito negli anni i pesanti disturbi provocati dalla Kyklos – sia nella zona de Le Ferriere di Aprilia, che nei popolosi Quartieri periferici di Nettuno – sono pronte a protestare nelle sedi appropriate qualora non vengano adottate le massime cautele per la salute pubblica e il rispetto per i basilari diritti di vita quotidiana e di lavoro. Il Comitato “No Miasmi” intende proseguire la sua azione, collaborando con l’Amministrazione comunale, qualunque sarà la compagine scaturita dalle prossime elezioni locali e, allo stesso modo, solleciterà l’intervento di sindaco e giunta ove necessario. Si ricorda che il Commissario Moscarella già si assunse l’impegno di procedere all’acquisto di “nasi elettronici” per il monitoraggio dei disturbi odorigeni e a richiedere le previste perizie presso il Tribunale di Latina. Nel frattempo, prosegue l’iter del ricorso straordinario al Capo dello Stato intrapreso dal Comitato e relativo al prospettato raddoppio della Kyklos mediante la costruzione di una centrale biogas. Tale azione legale – per la quale si continua a chiedere il supporto di tutti i Cittadini – sappiamo disturbi alquanto i progetti di ampliamento dell’Acea: le problematiche ambientali date da questo genere di centrali, qualora siano posizionate in un ambito altamente antropizzato, ovvero in contesti densamente popolati, sono oramai di pubblico dominio. ”. Prima ancora della morte dei due operai della Mira di Orvieto infatti, i cittadini che vivono nei pressi dell’impianto avevano lamentato non solo fastidi legati ai cattivi odori, ma stati di malessere facilmente ascrivibili alla vicinanza con l’impianto. Con la tragedia del 28 luglio 2014 le peggiori paure hanno finito per materializzarsi.