Dovranno rispondere a vario titolo dei reati di traffico illecito di rifiuti, fittizia intestazione di beni, autoriciclaggio e vari reati ambientali con l’aggravante dell’associazione a delinquere le persone finite sotto inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Roma, emersa oggi con gli arresti di Aprilia.
A finire in carcere quindici persone, tra cui gli imprenditori apriliani Antonio e Riccardo Piattella, di 53 anni e 22 anni, padre e figlio, accusati di essere al centro dell’illecita filiera sorta attorno alla cava di pozzolana dismessa utilizzata per l’occultamento di centina e centina di carichi di rifiuti tossici, dal 2016 ad oggi, allo scopo di un consistente risparmio di spese per lo smaltimento legale.
A finire in carcere anche Roberta Lanari, 51enne di Aprilia, Elio detto Mauro Bacci, 64enne di Trevi nel Lazio (Frosinone), Donatella e Catia Carnevale, nate a Velletri (Roma), di 53 e 48 anni, e ancora Giampiero Bernacchia, 48enne nativo di Frascati (Roma), Remo Sestin, 51enne nativo di Roma, Stefano Mereschin, anche lui nato a Roma di 59 anni, Sante e Dario Lucidi di 59 e 32 anni, nativi di Valle Castellana (Teramo) e Aprilia, Riccardo Cognoni, 28 anni di Aprilia, Alberto Manzini, 59enne di Aprilia, Antonio Martino, 52 anni, nato a Sant’Agata dè Godi (Benevento) e Paolo Bonci, 47 anni, nato ad Albano Laziale (Roma).
Disposta e notificata la misura cautelare del divieto di dimora nei Comuni di Aprilia, Ardea e Velletri e dell’obbligo di presentazione quotidiana alla Polizia giudiziaria a carico di: Carlo Santioni, 51enne nato a Gaudo Tadino (Peruglia), Cristineì detto Cristian Esanu, nato in Romania, 51 anni, Aldo Puca, nato a Tearw (CE), 32 anni, Patrizio Telesca, 36enne di Aprilia, Alessandro Papi, 35 anni, nato a Genziano di Roma, e Karly Ninel Olteau, nato a Craiova (Romania) 33 anni.
Le indagini che hanno consentito di rinvenire la maxi discarica abusiva nella periferia di Aprilia e di smascherare l’organizzazione al traffico illecito di rifiuti è stata svolta dalla Squadra Mobile di Latina, attualmente diretta dal vice questore aggiunto Carmine Mosca, dalla Polizia di Aprilia, coordinata dall’ispettore superiore Massimiliano Corradini, coordinate dal Servizio centrale operativo, diretto da Alessandro Giuliano. Alla base delle investigazioni le telecamere che hanno consentito di documentare centinaia di sversamenti illeciti.
I dettagli dell’operazione che oggi ha portato agli arresti, in forza a 15 ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip di Roma, sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa alla presenza del procuratore aggiunto Michele Prestipino.
In particolare il procuratore ha riferito che sono stati avviati controlli e verifiche sulla qualità delle acque di un torrente e di una sorgente di acqua minerale che si trovano a poche centinaia di metri dalla cava. Si tratta di acqua che non viene imbottigliata ma che viene costantemente utilizzata dai residenti. “Il nostro consulente e gli organi amministrativi preposti – ha detto Prestipino – hanno avviato degli accertamenti per verificare quali conseguenze possano essersi determinate sulla genuinità delle acque ed evitare così qualsiasi danno alla salute”.
Durante l’odierna operazione sono stati sottoposti a sequestro preventivo di 9 società, 11 quote societarie, sette fabbricati ad uso civile e otto fabbricati a uso industriale, sette locali adibiti a deposito, 37 appezzamenti di terreno, 60 tra autovetture e attrezzature, conti correnti bancari riconducibili agli indagati, ai loro familiari e prestanome per un valore di circa 15 milioni di euro.