Mancano pochi giorni al ballottaggio che vedrà contrapposti l’uscente sindaco Antonio Terra e il rappresentante del centrodestra apriliano Domenico Vulcano. I due candidati dal giorno seguente il primo turno stanno moltiplicando i propri appelli, cercando di racimolare i voti giusti per accaparrarsi la fascia tricolore. Terra accusa il centrodestra di essere composto da coloro che Aprilia “l’hanno mal governata e ora si presentano, senza ritegno, come il rinnovamento”. Dall’altra parte più che attaccare il rivale si guarda ai problemi, soprattutto delle periferie.
Tra le periferie apriliane ce n’è una che, anche in questa tornata elettorale, pare però essere stata quasi del tutto dimenticata dalla politica, quella di La Cogna. L’area, dove sorgono decine di nuclei abitati abusivi sanati proprio dalla giunta Terra, vive da anni una condizione paradossale. Centinaia di famiglie vivono ancora senza illuminazione, rete fognaria e strade ma, soprattutto, sopra una bomba ecologica che alcuno sembra in grado di risolvere. Un velo di maya scoperto dalla battaglia che alcuni comitati cittadini hanno mosso contro la società Paguro che in zona avrebbe voluto installare una discarica, progetto poi bocciato dalla Regione. E’ stata proprio la società a far notare come, nonostante nulla risultasse dagli atti di compravendita del terreno, sotto le viscere di quell’area fosse stata negli anni sotterrata una montagna di rifiuti. Una realtà ben conosciuta dalla Regione Lazio che nel 2002 stanziò in favore del Comune di Aprilia ben 652 mila euro per avviare la bonifica dei terreni. Una cifra irrisoria vista l’estensione dell’area, con il finanziamento che infatti non fu mai più preso in carico.
Di La Cogna si è parlato poco in campagna elettorale: a tirare in ballo la periferia dimenticata (dove per settimane non sono stati installati nemmeno i bandoni elettorali) è stato soprattutto il centrodestra. Eppure il problema inquinamento del sottosuolo pare essere sparito dalla dialettica partitica, pur essendo terribilmente presente ogni giorno nella zona che, come dimostrato dai risultati dello studio epidemiologico pubblicato la scorsa primavera, continua a essere quella con la maggiore concentrazione di casi di tumori del territorio comunale.
Un’incapacità di intervento che si è tramutata anche nella disaffezione dell’elettorato apriliano, con quasi un cittadino su due tra gli aventi diritto che non ha espresso la propria preferenza durante il primo turno. Uno stallo sottaciuto, con l’amministrazione uscente che ad oggi ancora non ha accettato l’offerta della società Paguro che, lo scorso 11 maggio, ha messo nero su bianco la disponibilità dei propri pozzi piezometrici per analizzare nel profondo il terreno di La Cogna. Un’analisi essenziale per capire cosa ci sia realmente lì sotto e capire come intervenire. Un’analisi che a oggi ancora non è stata effettuata con il terreno che, a ogni pioggia abbondante, smotta portando alla luce plastiche, materiale putrefatto e scarti di ogni genere.