“La consigliera Ciolfi ha dimenticato che la Provincia, di cui anche lei è un rappresentante, ha investito 800mila euro di soldi pubblici nella realizzazione del centro di alta diagnostica.
La Provincia ha tutto il diritto di pretendere il rispetto degli accordi originali”.
Non si placano le polemiche sulla rimodulazione del progetto per il Centro di alta diagnostica di Latina. Le posizioni sono ormai chiare e lo scontro finale è atteso per il 30 novembre in occasione del Consiglio comunale.
Dopo l’acquisizione del parere del professor Grassi da parte del Comune di Latina, la consigliera di maggioranza Maria Grazia Ciolfi ha affermato che la rimodulazione del progetto che prevede un macchinario diverso da quello inizialmente proposto e inserito nell’accordo sottoscritto insieme alla Provincia è del tutto migliorativa rispetto a diversi punti di vista. Un’uscita che non lascia margini di incertezza su quella che sarà la posizione di Latina Bene Comune, piaccia o non piaccia al presidente della Provincia di Latina Eleonora Della Penna che in una recente intervista ha bacchettato il sindaco del capoluogo Damiano Coletta minacciando la richiesta di restituzione della somma anticipata a fronte del mancato rispetto dell’accordo siglato due anni fa.
“Indipendentemente da quale dei due macchinari sia migliore, sarebbe opportuno che il Consiglio Comunale di Latina non assuma decisioni senza sapere prima cosa pensa l’ Amministrazione Provinciale”, ha tuonato oggi il gruppo consiliare azzurro dell’ente di via Costa.
I rappresentanti di Forza Italia, già nel Consiglio comunale di Latina lo scorso agosto hanno espresso la loro posizione basata sul rispetto degli accordi presi e oggi i colleghi di via Costa, Vincenzo Carnevale, Giovanna Miele e Gianluca Taddeo, hanno ribadito la stessa posizione: “Noi consiglieri provinciali di Forza Italia chiediamo che sia attuato il progetto originario con il tomografo ibrido Pet/RM. Non mettiamo in dubbio che il macchinario alternativo sia valido, né mettiamo in discussione l’autorevole parere del professor Grassi. Quello che temiamo è che con un macchinario RM piuttosto che con un ibrido si crei
un doppione rispetto ad altre strutture già presenti sul territorio. Il macchinario ibrido Pet/RM permetterebbe a Latina di avere qualcosa di nuovo ed originale, di essere
veramente un centro di eccellenza e non solo un laboratorio di radiologia. Questo è quello che prevede l’accordo originale stipulato da Fondazione Roma, Provincia e Comune di Latina. Questo è il protocollo che deve essere rispettato”.