“E’ un momento assai imbarazzante questo per me, per i cittadini della provincia di Latina e per i suoi rappresentanti politici”. Così il deputato pontino del Movimento 5 stelle, Raffaele Trano, ha commentato in aula le dichiarazioni del pentito Agostino Riccardo durante l’ultima udienza del processo Alba Pontina.
Riccardo, rispondendo alle domande dei pubblici ministeri Luigia Spinelli e Claudio De Lazzaro, ha ripercorso l’ascesa di Pasquale Maietta (ex deputato di Fratelli d’Italia) e fatto i nomi di politici che avrebbero avuto rapporti con il clan di Silvio e sarebbero riusciti attraverso loro (e grazie ai loro metodi), a raccogliere voti.
“Le indiscrezioni giornalistiche – ha spiegato Trano – che volevano un coinvolgimento di una larga fetta di politici del centrodestra in operazioni di compravendita di voti ed altri servizi elettorali collaterali trovano ora ulteriore conferma nelle dichiarazioni dei pentiti“.
“Nessuno vuole sostituirsi ai magistrati – ha continuato il pentastellato – e non siamo neppure al primo grado di giudizio. Dobbiamo però fare i conti con un tessuto sociale dove pacchetti di voti danzano da un politico all’altro grazie alla collaborazione di una mafia autoctona, tutta pontina. Dove ci sono i ponti verso il malaffare, è evidente che ci sono anche pontieri che si vestono da Stato e si sostituiscono allo Stato, nelle sue forme e nelle sue propaggini amministrative”.
Trano ha quindi sollecitato un intervento del presidente della commissione Antimafia Nicola Morra ed ha ricordato il suo ordine del giorno già accolto dal governo Conte I in favore del potenziamento della magistratura nelle aree ad alta densità mafiosa.