Un prestito, in project financing, fino a 114 milioni e mezzo di euro. Per farne cosa? La risposta è sulla carta: finanziare il piano degli investimenti per il servizio idrico-integrato Ato4. Parliamo della Depfa bank, della società Acqualatina spa e del contratto sottoscritto il 23 maggio 2007 che ha poi determinato, come previsto negli accordi, la sottoscrizione nel 2008 dei pegni sulle azioni del socio privato Idrolatina e di 10 comuni pontini, Sperlonga, Sonnino, Cisterna, Lenola, Minturno, Terracina, Fondi, Santi Cosma e Damiano, Sabaudia e Latina, tornato alla ribalta in questo mese di agosto per via del pressing esercitato dal soggetto finanziatore ai fini dell’approvazione del bilancio societario del 2015, che stenta ad arrivare in virtù del contrasto esercitato dalla parte pubblica contro il rincaro delle tariffe e per il conseguente dissidio con il consiglio di amministrazione.
La linea di credito concessa nove anni fa era stata così ripartita: linea base per un massimo di 105 milioni di euro; linea fideiussoria per un ammontare massimo di 9 milioni e mezzo di euro. Il piano di ammortamento predisposto per la restituzione del prestito ha durata fino al 2031, con un costo calcolato fino al 2015 pari a 17 milioni 783mila euro per interessi, 10 milioni 843mila euro in riferimento a net swap, 18 milioni 858mila euro per costi consulenze adivisor.
In realtà del tetto massimo dei 114 milioni e mezzo sono stati utilizzati dalla società 96 milioni e 203mila euro. Il 30 giugno 2012 la linea di credito è stata chiusa con l’utilizzo di questo importo ottenuto in tranche. Nello stesso anno la società aveva chiuso il bilancio in perdita di 488.225 euro.
Ma come sono stati spesi questi soldi? La risposta non è semplice e va ricercata, fin dove i numeri lasciano il segno, nei bilanci societari di Acqualatina, come ha fatto in questi anni il Comitato Acqua Pubblica di Aprilia, armato di una potente lente d’ingrandimento.
La società Acqualatina restituisce 10 milioni e 200mila euro al socio privato Idrolatina che nel 2005 aveva messo mani al portafoglio per iniziare ad effettuare gli investimenti che poi la banca avrebbe finanziato con il project financing e restituisce 27 milioni e mezzo alla stessa Depfa Bank che, nelle more dell’avvio del maxi mutuo, le aveva anticipato questa somma a breve. Restano da spendere quindi 65 milioni e 800 mila euro (che incasserà in più tiraggi fino al 2012). Dai bilanci societari di Acqualatina si evince che ne spende 33 milioni 138mila euro nel 2007, 12 milioni 181mila euro nel 2008 e 10 milioni 930mila euro nel 2009, per un totale di 56 milioni 269mila euro che se sommati ai 37milioni e 700 (i 10.200.000 restituiti a Idrolatina e i 27.500.000 ridati alla banca) fanno quasi 94milioni di euro (la restante somma la spenderà nel 2012 con l’ultimo tiraggio concesso a chiusura della linea di credito). All’utilizzo delle somme annuali, tuttavia non corrisponde un pari investimento almeno fino al 2009. Se infatti, nel 2009 l’utilizzo complessivo è di quasi 94 milioni di euro, l’investimento complessivo effettuato, fonte bilanci, è di quasi 78 milioni e mezzo. Insomma, non ci sarebbe traccia di circa 15 milioni e mezzo di euro utilizzati in investimenti.
Dei 96 milioni e 203mila che la società pubblico-privata ha avuto in prestito, quanto è stato restituito? Dal 2012 al 2015 la società, sempre fonte bilanci (per il 2015 ci si attiene alla bozza predisposta, visto che il bilancio non è stato ancora approvato), ha restituito alla Depfa Bank 10.303.911 euro di capitale.
La strada è ancora lunga per uscire dal tunnel, mentre il servizio annaspa in una serie di interruzioni a raffica del flusso idrico nella maggior parte dei comuni dell’Ato4 che si sono affidati alla gestione di Acqualatina. Come se non bastasse era previsto un ulteriore aumento del 9% delle tariffe. Sarà l’unica strada per onorare la restituzione del prestito? Un’ipotesi che i Comuni soci dovranno iniziare a valutare.
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