Torna attualità la questione della delocalizzazione delle strutture di accoglienza per far uscire circa 60 rom dalle baraccopoli della Capitale. La Provincia di Latina chiede al Tar di pronunciarsi in merito al bando promosso dal Comune di Roma.
Tra i lotti previsti dal bando, due su tre hanno detto no al trasferimento proposto, tramite bando da un milione e 785milaeuro, dalla sindaca di Roma Virginia Raggi. Si tratta di Civitavecchia-Viterbo e le province di Latina-Frosinone. Il si è arrivato dai Municipi I, II, III, IV, V e dall’area regionale Rieti-Tivoli.
Dopo l’udienza davanti al Tar Lazio è emerso che dal bando promosso dal Comune della Capitale non ci sono state risposte, questo ne comporta la venuta meno dell’esigenza cautelare della provincia di Latina, che nell’immediato non sarà interessato alla collocazione dei rom.
L’ente, attraverso il proprio legale l’avvocato Gianluca Piccinini, ha comunicato ai giudici amministrativi come il Comune di Roma intenda procedere con l’indizione di una nuova gara per il servizio di accoglienza relativamente ai lotti andati deserti. Si aprirebbe così la via dell’affidamento diretto. Così, per evitare esiti il legale della Provincia ha chiesto e ottenuto dal Tar il rinvio della causa affinché i giudici sui pronuncino nel merito.
“La Provincia di Latina – dichiara Carlo Medici presidente della provincia – non intende abbassare l’attenzione sulla vicenda della possibile delocalizzazione delle strutture di accoglienza per comunità e nuclei rom, sinti e camminanti dal Comune di Roma al territorio pontino e a quello di Frosinone: per questa ragione in occasione dell’udienza davanti al Tar di Roma abbiamo chiesto che i giudici si pronuncino nel merito della questione”.
“Tale scelta – commenta il capo gabinetto dell’ente Enrico Tiero – è dettata dall’esigenza di vigilare con attenzione su ulteriori e improvvide iniziative unilaterali da parte di Roma capitale e procedere eventualmente all’impugnativa con motivi aggiunti sulla nuova procedura e su eventuali provvedimenti di affidamento diretto del servizio. Per questo ringrazio il presidente Medici che ha raccolto tempestivamente la mia sollecitazione”.