Due donne residenti ad Aprilia, R.M.V. di 55 anni e la figlia G.L. di 41 anni, sono state arrestate dalla Squadra Mobile di Roma per numerosi episodi di rapine aggravate in abitazione, avvenute nella capitale lo scorso anno. Le indagini, coordinate dal Gruppo Reati contro il Patrimonio della Procura romana, sono scaturite da una serie di truffe ad anziani che, consumate con precise modalità, si sono tramutate in vere e proprie rapine in abitazione ai danni di persone ultrasessantacinquenni, adescate e distratte in strada dalle arrestate con semplici pretesti.
Una volta convinte le vittime ad aprire la porta di casa, le due truffatrici si introducevano all’interno delle abitazioni e, dopo aver stordito gli anziani con bevande diluite con sostanze narcotizzanti, li derubavano di denaro contante e degli oggetti preziosi presenti negli appartamenti.
All’identificazione delle donne, entrambe con precedenti specifici di polizia ed in particolare per reati contro il patrimonio in danno di persone anziane con la tecnica del “falso assistente sociale”, si è giunti all’esito di indagini supportate da attività tecnica con intercettazione telefonica ed analisi dei tabulati di traffico telefonico transitato in alcune stazioni radio base, nonché attraverso individuazioni fotografiche effettuate dalle vittime.
Le attività svolte hanno fatto emergere come le donne abbiano portato a termine nelle zone Tuscolano, Appio e Sant’Ippolito nel periodo ricompreso tra il gennaio ed il novembre 2017, i cinque “colpi” che gli vengono contestati.
Il “modus operandi” era sempre il medesimo, ovvero accedendo all’interno degli appartamenti delle vittime con la scusa di prestargli assistenza o fargli compagnia oppure addirittura con il pretesto di festeggiare il compleanno delle truffatrici, ed asportando dalle abitazioni numerosi monili preziosi in oro quali bracciali, anelli, orecchini, collane, orologi di pregio, carnet di assegni, bancomat, carte di credito e denaro contante, approfittando dell’incapacità di volere e di agire delle persone anziane, nel frattempo narcotizzate dopo aver ingerito un pasticcino o bevuto bevande soporifere.
Nel corso delle indagini è stato appurato inoltre come le arrestate si avvalessero della collaborazione di due medici psicologi, di Palestrina e di Latina, indagati per il reato di false attestazioni in atti destinati all’Autorità Giudiziaria, i quali redigevano in loro favore falsamente certificati medici, in qualità di esercenti la professione sanitaria, per consentirgli di ottenere gli arresti domiciliari in luogo della detenzione in carcere.
In occasione delle catture, in collaborazione con personale della Questura di Latina sono state effettuate 11 perquisizioni a carico di altrettante persone indagate a vario titolo per i reati di falso materiale e ricettazione.
Sono tuttora in corso ulteriori approfondimenti investigativi per definire il contesto criminale delle due donne al fine di individuare altri episodi di rapine già consumate a Roma con le medesime modalità.
Le arrestate, entrambe già sottoposte al regime degli arresti domiciliari per analoghi reati, al termine degli atti di rito sono state associate al carcere di Rebibbia.