L’Abc Latina e il percorso accidentato scelto dall’amministrazione comunale. Oggi Latina, a distanza di un anno e 4 mesi di gestione dell’azienda speciale, la raccolta differenziata sta al 24%. Con un progetto ben strutturato di internalizzazione del servizio si sarebbe potuto realizzare il sogno tendente al rifiuto zero. E invece la strada è ancora tutta in salita e piena di ostacoli, tra forzature e fughe in avanti.
Tutto inizia il 4 agosto 2016, poco più di un mese dall’insediamento dell’amministrazione targata Latina Bene Comune. Contrariamente a quanto sostenuto in campagna elettorale, ovvero di sostenere la gara europea per l’affidamento del servizio di igiene urbana, il nuovo governo cittadino inizia a parlare di internalizzazione della gestione rifiuti e il sindaco Damiano Coletta – dopo la critica mossa a mezzo stampa da parte dell’assessore Roberto Lessio sul bando del servizio di igiene urbana pubblicato durante la gestione commissariale e in fase di presentazione delle domande – scrive alla dirigente Emanuela Pacifico chiedendo di sospendere il bando con improcrastinabile urgenza per l’affidamento del servizio rifiuti del Comune. Nella nota del sindaco, protocollo protocollo 107205, si fa riferimento al fatto che “da più parti sono state sollevate osservazioni sulla correttezza del bando stesso, come noto relativo ad un settore dell’attività amministrativa particolarmente attenzionato circa il rischio di infiltrazioni e illegalità” e che “è precipuo compito dell’Amministrazione procedere all’esclusione di qualunque rischio che minando la correttezza formale e sostanziale del risultato della gara possa esporre l’Ente a responsabilità e contenziosi”.
Ieri in Consiglio comunale ha detto che non è suo compito dire agli uffici cosa devono fare: “Il compito nostro è politico – ha affermato -; il nostro obiettivo è quello di rendere la città pulita e abbiamo scelto per questo lo strumento dell’azienda speciale. C’è stato un errore, come rilevato dal Consiglio di Stato, che può essere riprocessato e di questo se ne occupano gli uffici che di fatto hanno già iniziato questa fase. Non entro nella sfera della gestione e vorrei spegnere i riflettori su questa sentenza. Diamo fiducia a chi ha competenze specifiche”. Deve aver cambiato idea dopo due anni e otto mesi.
Il 5 agosto 2016 il sindaco Coletta e l’assessore Lessio, nel corso di una conferenza stampa, comunicano la sospensione del bando per il quale erano già state presentate le offerte (termine ultimo il giorno precedente 4 agosto 2016) da parte di De Vizia e Sangalli, e l’intenzione di chiedere un parere all’Anac sulla legittimità dei criteri contenuti nella procedura sospesa considerati troppo stringenti per la partecipazione alla gara e lesivi della libera concorrenza.
Criteri considerati “lesivi della libera concorrenza”! Ma l’amministrazione la libera concorrenza la voleva e l’ha voluta sopprimere attraverso l’idea di affidare il servizio a un soggetto totalmente pubblico che non avesse come fine ultimo il profitto.
Il parere all’Anac viene richiesto il 18 ottobre 2016. In un Consiglio comunale di fine 2016, la giovane consigliera comunale di maggioranza Valeria Campagna dichiarò che anche se l’Anac (parere non vincolante) avesse confermato la regolarità del bando, Latina Bene Comune avrebbe comunque indirizzato la scelta verso la costituzione di una società in house per la gestione del servizio di igiene urbana.
Con sentenza del 7 dicembre 2016 il Tribunale dichiara fallita la società Latina Ambiente, la mista del Comune di Latina che continuerà a gestire il servizio rifiuti per tutto il 2017. Il provvedimento del giudice autorizza l’esercizio provvisorio per un anno. La sentenza spinge l’amministrazione a rivedere l’intenzione di affidare il servizio a una società in house. Il decreto Madia, che ha ricevuto il via libero definitivo dal Consiglio dei Ministri proprio nei giorni in cui a Latina si sospendeva a gara per il servizio rifiuti, stabilisce che per procedere alla costituzione di una nuova società, l’Amministrazione pubblica dovrà preventivamente inviare lo schema di atto deliberativo alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei Conti per l’acquisizione di un parere obbligatorio, preventivo, ma non vincolante…; e ancora che l’atto deliberativo che dispone la costituzione di una nuova società dovrà essere anche inviato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Ma soprattutto il decreto Madia stabilisce che nei cinque anni successivi alla dichiarazione di fallimento di una società in controllo pubblico titolare di affidamenti diretti – si legge nel testo del decreto -, le Amministrazioni pubbliche controllanti non potranno costituire nuove società, né acquisire partecipazioni in società già costituite o mantenere partecipazioni in società qualora le stesse gestiscano i medesimi servizi di quella dichiarata fallita. E allora quando a dicembre la Latina Ambiente viene dichiarata fallita ecco che l’amministrazione di Latina Bene Comune inizia a lavorare non più per la costituzione di una società in house (società con unico socio il Comune) ma per un’azienda speciale (soggetto strumentale di proprietà del Comune). L’amministrazione si dichiara convinta che il decreto Madia, nella parte di interesse, non possa applicarsi alle aziende speciali.
Ieri in Consiglio comunale il capogruppo di Lbc Dario Bellini ha dichiarato che i giudici utilizzano un concetto allargato di in house includendo anche l’azienda speciale. Ma a Marianna Madia Lbc non ha concesso la stessa deroga linguistica.
Il 24 marzo 2017 la giunta municipale, con delibera numero 70, stabilisce che la soluzione rifiuti debba essere affidata ad un’azienda speciale comunale. In quel momento era ancora in stand by la gara, sia pure sospesa, indetta sulla base dell’ultima deliberazione del Consiglio comunale all’epoca di Giovanni Di Giorgi sindaco. Delibera sulla quale cadde l’amministrazione e arrivò il commissario e mai finora revocata dall’assise civica.
Il 7 aprile 2017 arriva il parere dell’Anac. L’autorità presieduta da Raffaele Cantone riscontra irregolarità nel bando sospeso e invita l’amministrazione a valutare la rimodulazione della lex spiacilis al fine di emendare la stessa rimuovendo le criticità evidenziate, affinché proceda – nel rispetto delle procedure previste dall’attuale Codice dei contratti pubblici – ad affidare il servizio con gara europea ad evidenza pubblica. E aggiunge l’Anac che il ricorso all’in house providing, offerta come alternativa (citata nella richiesta di parere), costituisce un modulo gestorio dei servizi pubblici in deroga all’approvvigionamento ordinario di beni e servizi incentrato sulla gara e sul confronto competitivo da svolgere nel rispetto degli equilibri concorrenziali del mercato europeo. E siccome l’alternativa, sia pure “in deroga all’approvvigionamento ordinario di beni e servizi”, è pur sempre un’alternativa conforme all’idea di internalizzazione del servizio, Latina Bene Comune la cavalca progettando l’azienda speciale. In questo caso torna utile far coincidere il concetto di in house con quello di azienda speciale.
Il 10 aprile 2017 la giunta del sindaco Coletta con delibera 145 affida l’incarico di “disegnare” l’azienda speciale per i rifiuti al centro interdipartimentale “Raffaele D’Ambrosio” dell’Università degli studi di Napoli Federico II. La delibera prevede una convenzione, di cui il professor Alberto Lucarelli sarà il responsabile scientifico, per la definizione delle procedure di costituzione, la redazione dell’atto di costituzione e dello statuto dell’azienda speciale; la fattibilità economica, la valutazione del piano economico e degli investimenti; la definizione dell’eventuale contratto di servizio; la risoluzione delle problematiche con la società Latina Ambiente e le modalità di gestione riguardo le questioni assunzionali del personale. Il tutto entro sei mesi dalla firma della convenzione.
Il 10 luglio 2017 il servizio Gare e contratti del Comune di Latina avvia il procedimento di annullamento della gara dandone comunicazione ai partecipanti e il 13 luglio determina l’annullamento della gara dandone evidenzia pubblica senza tuttavia dare comunicazione alle parti. Le osservazioni della De Vizia arriveranno in Comune il 14 luglio. Il Consiglio di Stato, con sentenza del 14 marzo 2019, dichiarerà nullo l’atto comunale del 13 luglio, ordinando all’ente ad eseguire la sentenza. Il 31 luglio 2017 il servizio Ambiente, presso il quale risulta ancora valida la determinazione a contrarre in base alla quale era stato indetto il bando, annullato (con atto nullo) il 13 luglio, scrive al servizio Gare e contratti chiedendo di rettificare gli atti di gara così come indicato dall’Anac con nota del 7 aprile 2017.
Ieri il sindaco ha dichiarato che gli uffici avrebbero iniziato ad eseguire la sentenza del Consiglio di Stato. Mentre scriviamo non abbiano atti da citare.
L’8 agosto 2017 arrivano in Consiglio comunale gli atti costitutivi dell’azienda speciale Abc frutto del lavoro del professor Lucarelli in base al quale era previsto che la costituenda società avrebbe avuto un finanziamento di 12 milioni di euro, per mezzo mutuo da accendere alla Cassa depositi e prestiti, per l’esecuzione del contratto.
Il 20 dicembre 2017 l’azienda speciale Abc, non ancora operativa, compra all’asta fallimentare della Latina Ambiente, utilizzando la dotazione del Comune , il ramo d’azienda: le certificazioni della società, macchinari obsoleti e la presa in carico del personale.
Il 1° gennaio 2018 l’Abc avvia il servizio di igiene urbana nel capoluogo pontino, senza possibilità di accendere il mutuo previsto presso la Cassa depositi e prestiti. Servivano due bilanci approvati. Ma questo nessuno lo aveva previsto, neanche l’università di Napoli.
Il 3 agosto 2018 il Consiglio comunale a maggioranza approva il consuntivo 2017 dell’azienda speciale con un saldo negativo di 125.117 euro sull’esercizio 2017 in gran parte dovuto alle spese legali per la resistenza al ricorso in sede di giustizia amministrativa di De Vizia contro il Comune per la gara annullata.
Il 7 novembre 2018 Latina Bene Comune in Consiglio comunale, dopo ripetute inosservanze statutarie e mancati obiettivi da parte dell’azienda speciale, approva la revisione contrattuale con la riduzione del corrispettivo spettante all’Abc per l’annualità 2018, in 13.036.661,42 euro, più eventuali altri 60mila euro da liquidarsi previa dimostrazione delle spese effettivamente sostenute al posto di 14.845.826 euro previsti nel Pef.
Per tutto il 2018, e fino ad oggi, non è arrivato all’esame del Consiglio comunale il piano industriale pagato alla società Contarina. La scadenza era aprile 2018. La scadenza per il bilancio preventivo 2019, approvato la settimana scorsa, era il 15 ottobre 2018.
Il 14 marzo 2019 il Consiglio di Stato dichiara nulla la determina del 13 luglio 2017 di annullamento della gara sulla quale poggiano gli atti costitutivi dell’azienda speciale approvati in Consiglio comunale l’8 agosto 2017.
Ieri, 8 aprile 2019, il sindaco Coletta, durante il Consiglio comunale richiesto dalle minoranze di centrodestra per capire in che modo fosse stata eseguita la sentenza del Consiglio di Stato e quali risvolti politici e amministrativi avrebbe avuto, ha prima detto che la questione era di competenza degli uffici e poi all’ultimo, dando lettura al parere legale fornito dagli avvocati di Abc, ha detto che bastava annullare di nuovo la gara. Ma se è così semplice perché non è stato ancora fatto? Perché il sindaco non si è avvalso dell’avvocatura del Comune per arrivare a questa conclusione?