Abc Latina dichiara, sul sito istituzionale dell’azienda, che la raccolta differenziata nel capoluogo pontino sta al 24,5%. Una percentuale nettamente al di sotto del 65% che in base alla normativa europea i Comuni avrebbero dovuto raggiungere entro il 2012, e ancora più in basso dell’obiettivo del 70% fissato nella gara d’appalto indetta dal Comune di Latina, sul finire della gestione commissariale affidata al prefetto Giacomo Barbato, e poi annullata dall’amministrazione di Damiano Coletta appena insediatasi che con la soluzione pubblica sperava di raggiungere presto il 71%.
Se il Comune di Latina si fosse avvalso del mercato per l’affidamento del servizio di igiene urbana (come suggerito dall’Anac, invitando l’ente a correggere il bando di Barbato e a proseguire con la gara europea) e l’operatore aggiudicatario si fosse presentato con lo scarso risultato del 24,5%, a quest’ora probabilmente l’ente era già arrivato a una rescissione del contratto per inadempienza.
Ma al “figliol prodigo” (l’azienda speciale) il “padre misericordioso” (l’amministrazione Coletta) sembra perdonare tutto, cercando di tendergli una mano e invitando la città (vera proprietaria dell’Abc) a tifare per la propria azienda, bene comune. Il 2018 si è concluso con una modifica di contratto dovuta alla maggiore spesa di conferimento dei rifiuti indifferenziati presso la Rida Ambiente di Aprilia. Per l’amministrazione Coletta non si è trattato di un aumento delle spese del servizio, perché i conti sarebbero stati pareggiati con la riduzione del canone comunale in favore dell’Abc. Ma quel 24,5% di raccolta differenziata, per la mancata attivazione del servizio porta a porta, resta alla città come una diminutio e non un beneficio. E una percentuale così bassa del comune capoluogo penalizza l’intera provincia.
Perché è successo? La cronaca di un intero 2018 narra che è colpa del mancato investimento che l’Abc avrebbe dovuto effettuare per estendere il servizio porta a porta. Un mutuo di 12 milioni di euro che ad oggi non è stato ancora acceso. Il servizio è ancora legato allo schema della Latina Ambiente, con il porta a porta solo nei borghi. Prima della fase fallimentare della Latina Ambiente, dalla quale Abc ha preso il personale di ruolo e i mezzi, la percentuale di differenziata si era attestata intorno al 35%. Oggi stiamo ad oltre dieci punti in meno.
Il dato ufficiale di Abc ha gelato gli entusiasmi. “Sull’azienda speciale il sindaco e la sua giunta fanno i vaghi, ad eccezione dell’assessore al bilancio Gianmarco Proietti”, ha dichiarato ieri la consigliera comunale di Forza Italia Giovanna Miele dando notizia che, insieme ad altri esponenti di opposizione, ha chiesto la convocazione di una commissione Ambiente ad hoc per fare chiarezza sul mutuo e sul piano industriale in ritardo di un anno, per il quale sono stati spesi 38mila euro per l’incarico alla società Contarina, nonché sul futuro dei lavoratori interinali rimasti a casa con il subentro dell’Abc alla fallita Latina Ambiente.
Una storia molto complessa, da un punto di vista amministrativo, quella dell’Abc e del suo servizio che è fermo al 24,5% di differenziata. Si dirà: ma siamo partiti il primo gennaio 2018 con il 17%, quindi c’è stato un incremento. Certo che sì, anche se per arrivare al minimo di legge bisogna percorrere ancora molta strada. E qualcosa andrà pure fatta e con urgenza se non si vuole finire peggio, ovvero a difendersi da un’eventuale ipotesi di danno erariale.
Ne sanno qualcosa al Comune di Recco (Genova) relativamente ad un’inchiesta del 2012 da parte della Procura della Corte dei Conti. I magistrati contabili, con sentenza emessa nel 2013, hanno stabilito che sussiste la responsabilità per danno erariale del sindaco, dell’assessore all’Ambiente e del responsabile del servizio Ambiente, derivante dai maggiori costi sostenuti dal Comune per lo smaltimento dei rifiuti presso le discariche, a causa del mancato raggiungimento dei livelli minimi di raccolta differenziata previsti dalla legge: condannati sindaco, assessore e dirigente. Ritenne il collegio, tuttavia, che parte del danno dovesse ricondursi a responsabilità di soggetti non citati in giudizio, quali il gestore del servizio e la giunta comunale, con conseguente riduzione dell’addebito per i convenuti.
Al di là della condanna, l’inchiesta ebbe un effetto benefico sulla raccolta differenziata del comune di Recco passata nei 12 mesi sulla graticola dal 28,14% al 69,53%. L’augurio è che a Latina il problema si risolva prima di incappare nelle sedi della giustizia contabile.