L’azienda speciale Abc, quindi il Comune di Latina, dovrà fare i conti anche quest’anno con il costo del conferimento dei rifiuti non differenziati. Nel 2018 l’importo previsto per questa tipologia, pari a 6.237.000 euro, era stato incrementato ben due volte, a seguito del fallimento degli obiettivi programmati di raccolta differenziata, passando così a circa 8 milioni di euro. Più rifiuti nell’impianto di smaltimento e maggiore spesa. Cosa accadrà nel 2019?
“C’è ancora tanto da fare e non vedremo risultati a stretto giro”, ha detto il 26 febbraio scorso Silvio Ascoli, direttore generale di Abc Latina, audito in commissione Ambiente per l’illustrazione del piano di rilancio delle attività aziendali. “La previsione è di chiudere l’anno con il 27% di differenziata”. Una percentuale ancora troppo lontana dal minimo sindacale del 65% fissato dalla normativa vigente, dopo due anni di servizio Abc. Risultati migliori, Ascoli li ha previsti nel 2020 con il 36% di raccolta differenziata. Al momento la raccolta differenziata nel comune di Latina è pari al 24, 04% e la previsione di chiudere al 27% è fortemente condizionata a una serie di fattori, primo tra tutti l’accensione di un muto da 8 milioni di euro presso la Cassa Depositi e Prestiti utile agli investimenti necessari per portare il servizio “porta a porta”, nell’ultimo trimestre 2019, a Latina Scalo, in Q4 e Q5 e a Borgo San Michele.
Il dato, dicevamo, è fermo al 24%, e il 27% indicato da Ascoli resta una previsione. Il progetto di Abc in 15 mesi è stato affossato da continui ritardi e per questa ragione volendo fare il conto della serva di quanti rifiuti indifferenziati saranno conferiti all’impianto di smaltimento utilizziamo una percentuale di differenziata pari al 25%, quasi una via di mezzo tra il 24 e il 27%. In questo caso, partendo dal quantitativo di rifiuti raccolto lo scorso anno al netto dell’ipotetico 25% di differenziata, i rifiuti da portare a smaltire sarebbero pari a circa 50mila tonnellate: il 75% delle 67mila tonnellate raccolte nel capoluogo. Lo scorso anno lo stesso quantitativo sarebbe costato alla città di Latina sei milioni e 700mila euro. Quest’anno all’incirca 300mila euro in più perché è aumentata la tariffa.
La Regione Lazio – Direzione politiche ambientali e ciclo dei rifiuti – ha infatti recentemente determinato la nuova tariffa di accesso all’impianto della Rida Ambiente di Aprilia, per il recupero e smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati non pericolosi con produzione di Cdr/Css, fissandola a 140,07 euro a tonnellata contro la precedente pari a 134 euro. Il provvedimento della Regione, di adeguamento tariffario, comporterà di conseguenza un aumento di spesa per i Comuni a partire dal primo gennaio 2019, con particolare incidenza per quelli poco virtuosi come quello di Latina.