Quando palazzo M perse la sua torre ci furono morti, morti negli scantinati dell’ala distrutta, morti al quartiere Nicolosi e in via Emanuele Filiberto. Quanti civili perirono a Latina durante il periodo dello Sbarco di Anzio?
L’Associazione nazionale combattenti e reduci – sezione di Latina “Gelasio Caetani”, presieduta da Simone Di Leginio, con una missiva si è rivolta al sindaco Damiano Coletta e al presidente del Consiglio comunale Massimiliano Colazingari affinché l’ente locale istituisca una giornata dedicata alla commemorazione del ricordo delle numerose vittime civili perite a seguito del cannoneggiamento navale del 25 gennaio 1944, promuovendone il loro effettivo censimento e perpetuandone il ricordo e la conoscenza storica, anche attraverso l’apposizione di una targa commemorativa a perenne memoria di quel tragico evento di 76 anni fa.
Con l’operazione militare alleata, denominata “Shingle”, avviata con lo Sbarco di Anzio nella notte tra il 21 e il 22 gennaio 1944, la giovane città di Littoria si ritrovò inevitabilmente per cinque mesi sulla “linea del fronte”, teatro di aspri combattimenti tra le truppe Alleate e R.S.I.-Tedesche per la conquista del territorio comunale, all’esito dei quali il centro cittadino ne uscirà irrimediabilmente sfigurato, con gravi ripercussioni per la popolazione civile.
Nella lettera che Di Leginio ha inviato al sindaco e al presidente dell’assise civica si fa riferimento in particolare alle tragiche devastazioni a seguito del cannoneggiamento navale (i cannoni delle navi da guerra potevano avere una gittata di 35 chilometri) abbattutosi sulla città di Littoria/Latina il 25 gennaio 1944, dalle navi Anglo-Americane alla fonda di Nettunia (attuali città di Anzio e Nettuno), durante le prime fasi dell’operazione militare alleata, per la Campagna d’Italia, che culminerà con l’occupazione della città il successivo 27 maggio 1944.
Sconosciuto il numero delle vittime effettive, l’Associazione nazionale reduci e combattenti di Latina chiede al Comune la promozione di un censimento.
“ll numero maggiore di vittime civili – spiega Di Leginio – è dovuto proprio al cannoneggiamento navale, che gli storici annoverano il 25/26 gennaio 1944, che colpì Palazzo M distruggendo la torre. Un’intera ala fu totalmente devastata. Nei loro scantinati si erano rifugiate diverse decine di famiglie che perirono nella distruzione. Altre vittime accertate nel quartiere Nicolosi con la distruzione di un intero lotto, così come in via Emanuele Filiberto. Le vittime potrebbero attestarsi da un minimo di 30 a 60/80”.
E il censimento richiesto potrebbe anche dare un nome alle vittime e conoscere la loro provenienza e restituirli alla memoria storica.