Riceviamo e pubblichiamo una nota del Partito comunista, sezione Thomas Sankara di Latina, in merito alla notizia di ieri sulla volontà dell’amministrazione comunale del capoluogo pontino di costituirsi parte civile nel processo a carico di un’azienda agricola per sfruttamento del lavoro di due migranti.
Singolare la presa di posizione e le dichiarazione dell’assessore Patrizia Ciccarelli, che, riguardo al processo per l’impiego irregolare di due lavoratori, dichiara per conto dell’amministrazione: “La decisione di costituirsi parte civile nasce dall’interesse di questa Amministrazione a perseguire reati di questa fattispecie per la presenza significativa sul territorio comunale di richiedenti asilo e migranti che rischiano facilmente di divenire vittime di sfruttamento lavorativo e umano”. L’interesse dell’amministrazione non è quindi salvaguardare i diritti dei cittadini di qualsiasi nazionalità essi siano, ma di difendere l’immagine della città (?). Questo significa che se lo stesso trattamento lo avessero avuto due lavoratori italiani, il comune di Latina non sarebbe stato leso nell’immagine di città “ospitale e inclusiva” e non si sarebbe costituito parte civile.
Il Partito Comunista ritiene che i diritti dei lavoratori vadano tutelati a prescindere dalla nazionalità. Un lavoratore è un lavoratore e ne vanno tutelati i diritti in qualsiasi parte del mondo si trovi. Tra le altre cose, l’amministrazione comunale, che si erge a paladina della difesa della Costituzione, dimentica quando utilizza i migranti, o richiedenti asilo, a titolo gratuito per i lavori socialmente utili. Vorremmo allora ricordare a questa amministrazione l’articolo 36, che recita: “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa.”. La Costituzione non fa eccezioni per i richiedenti asilo o per gli studenti dell’alternanza scuola-lavoro. E ancora, vorremmo ricordare a questa amministrazione l’articolo 41 della Costituzione: “L’iniziativa economica […] non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.”. Ma quelli che loro chiamano lavori ‘’socialmente utili’’, in realtà, per chi sono utili? Sarebbero socialmente utili se chi li svolge fosse retribuito e non avesse in cambio solo vitto e alloggio, come si usava qualche secolo fa nelle piantagioni di cotone. Se è vero che questo sistema è legale, è altrettanto vero che è moralmente discutibile. Se veramente l’amministrazione Coletta pensasse che il lavoro volontario debba essere gratuito, desse l’esempio. Più volte il nostro sindaco ha dichiarato di essere entrato in politica per propria scelta, e non perché gli fosse stato ordinato da un suo collega. É quindi un volontario della politica: applichi a se stesso, alla sua giunta e ai suoi Consiglieri, lo stesso trattamento che vengono applicati ai richiedenti asilo.
Partito Comunista Sez. “Thomas Sankara” Latina