Sono stati denunciati tre cittadini italiani dalla squadra volante della questura di Latina. L’accusa è quella di ricettazione. Si tratta di volti già noti e i poliziotti li hanno trovati a bordo di un’auto di lusso, ieri sera.
Rinvenute numerose apparecchiature elettroniche idonee all’apertura fraudolenta delle autovetture, nonché sofisticati sistemi capaci di captare ed inibire le frequenze degli antifurti e dei telecomandi di apertura. Addosso ad uno dei due occupanti dell’auto sono state inoltre trovate le chiavi di apertura di un box auto, vicino al luogo del controllo e gestito da una terza persona, all’interno del quale era custodia una 500 Abarth, risultata rubata nel mese di agosto scorso sul lungomare di Latina, oltre a centraline elettroniche e parti di auto.
Al termine degli accertamenti i tre soggetti identificati – C.E. di 33 anni, M.R. di 31 anni e F.A. di 40 – sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per ricettazione in concorso. Il box auto è stato sottoposto a sequestro penale insieme alla refurtiva rinvenuta; la vettura rubata, di rilevante valore economico, è stata restituita al proprietario.
La questura di Latina per l’estate ha messo su un ampio sistema di controllo del territorio. Solo nell’ultima settimana – dal 6 al 12 settembre – messi in campo oltre 230 equipaggi, a cui si sono aggiunte anche unità cinofile, che hanno permesso di identificare, nel corso di 100 posti di blocco, 1.300 persone, controllare 560 veicoli ed elevare 150 contravvenzioni per violazioni al codice della strada.
Tre sono stati gli arresti eseguiti dai poliziotti della Questura: il primo nei confronti di un noto appartenente ad un clan autoctono, responsabile di rapina ed estorsione: ancora, nella maglie della Polizia è incappato un pregiudicato responsabile di evasione ed, infine, a Terracina un uomo è stato arrestato per aver tentato di uccidere la ex moglie.
Sono state inoltre denunciate in stato di libertà altre 9 persone per reati che vanno dagli atti persecutori e maltrattamenti in famiglia alle lesioni personali e minacce, dall’accesso abusivo ad un sistema informatico all’omissione di soccorso e, per finire, al porto di oggetti atti ad offendere.