Lo spoglio delle elezioni regionali è quasi terminato, ma i risultati sono già noti. In Emilia Romagna ha vinto con circa otto punti di vantaggio il candidato del centrosinistra Stefano Bonaccini che ha preso il 51,6%, contro il 43,7% della sua sfidante Lucia Borgonzoni, sostenuta dal centrodestra. Il governo della regione Calabria passa invece al centrodestra, dove a vincere è stata una coalizione guidata da Jole Santelli (Forza Italia). Santelli è la prima donna governatrice di una regione meridionale.
I risultati delle elezioni regionali, su cui tanto aveva puntato il leader della Lega, Matteo Salvini, sono state in queste ore commentati anche dagli esponenti della politica di Latina.
“Dall’Emilia un chiaro segnale per orientare le scelte future – ha detto il consigliere regionale Enrico Forte (Pd) – equità, sviluppo, tolleranza e ambiente. La chiusura in politica non paga”.
“Inclusività, ascolto, realismo, correttezza istituzionale, credibilità. La vittoria di Bonaccini in Emilia è questo, e molto altro ancora. E’ un punto di partenza per capire cosa può essere il Partito Democratico oggi, raccogliendo la voce di chi dice basta alla violenza verbale e politica. E pensa al bene di tutti.
Anche a livello locale la mobilitazione emiliana deve essere uno spunto per tutti: occorre mettersi in discussione – e questo vale per i partiti e le ‘declinazioni’ civiche – farlo con umiltà rifuggendo da scorciatoie ed autoreferenzialità. Chi lavora per dividere non può avere lunga vita, e Latina ha bisogno dell’unità di tutte le forze sane per riprendere il cammino dello sviluppo, dell’equità e della legalità e con uno sguardo concreto alle tematiche ambientali”.
“Le Elezioni Regionali – ha commentato invece con un’analisi politica il senatore Nicola Calandrini (FdI) – hanno come vero vincitore Fratelli d’Italia. Il partito ha quadruplicato i suoi consensi. In Emilia Romagna, è stata raggiunta una percentuale vicina al 9% a fronte di un 2% scarso alle precedenti elezioni del 2014. Anche in Calabria FdI passa dal 2,5% di cinque anni prima all’attuale 11%. Ciò è indice di ottima salute per il nostro partito, unica forza politica che cresce in entrambe le regioni.
La vittoria in Calabria è la conferma che il centrodestra unito è in grado di vincere ovunque, mentre il risultato in Emilia Romagna è una sconfitta premiata comunque da un ottimo risultato dell’intera coalizione in una regione dove fino a pochi anni fa il centrodestra non aveva speranze di competere.
L’altro dato inequivocabile è la scomparsa del Movimento 5 Stelle che non arriva al 3,5% in Emilia Romagna e si ferma al 6% in Calabria. Sono percentuali che indicano chiaramente che i pentastellati pur essendo il gruppo maggiormente rappresentato in Parlamento, non hanno più il consenso del popolo italiano”.
“Il riscontro delle elezioni regionali – gli fa eco l’europarlamentare Nicola Procaccini (FdI) – oltre al dato generale con la straordinaria vittoria del centrodestra in Calabria e l’ottimo risultato in Emilia Romagna, fornisce alcuni elementi politici incontrovertibili. Il primo è certamente la crescita costante di Fratelli d’Italia, che è il partito che più aumenta i suoi consensi in termini percentuali e assoluti, in un trend consolidato in tutto il territorio nazionale. È il segno del grande lavoro che tutti gli uomini e le donne di FDI, insieme a Giorgia Meloni, stanno compiendo sui territori al fianco di cittadini e imprese per ascoltarne le esigenze e avanzare una proposta politica concreta di cambiamento e di crescita, fondata su sviluppo e lavoro, infrastrutture e competitività. Quanto di più distante da politiche assistenzialistiche stile reddito di cittadinanza, a cui noi opponiamo veri programmi occupazionali e di rilancio economico. Un impegno quotidiano per cambiare l’Italia e l’Europa, coerente con i valori che ispirano la nostra azione.
L’altro dato evidente è che esiste una scollatura macroscopica tra l’Italia reale e quella rappresentata nel Parlamento nazionale. E’ chiaro che la liquefazione del M5s, la sua incapacità di rappresentare i cittadini italiani nella proposta politica si è trasformata in un crollo di consensi, che disegna scenari politici e di rappresentanza del tutto nuovi. Il risultato di ieri è un vero e proprio avviso di sfratto ai cinquestelle, e quindi al Governo di cui il partito di maggioranza relativa è l’asse portante. È chiaro che se anche le prossime elezioni regionali, in programma in altre sei importanti zone del nostro Paese, dovessero confermare questo trend che vede il M5S ridotto ai minimi termini, allora questo sfratto deve diventare esecutivo e anche il Quirinale ne dovrà prendere atto”.