“Latina era nostra e basta”, queste le parole di Agostino Riccardo al processo Alba Pontina. All’80 per cento, ha aggiunto anche. Il terremoto politico, dopo le dichiarazioni di Renato Pugliese e gli elementi già emersi con gli arresti relativi all’operazione, è arrivato ieri quando, nell’aula della Corte d’Assise, Riccardo ha fatto i nomi dei politici tirati in ballo, finora coperti dagli “omissis”, tenuti quindi segreti. E oggi arriva anche la reazione del Pd. Claudio Moscardelli scrive una lunga nota nel quale ricostruisce i fatti e annuncia un’iniziativa nazionale.
“Il clan Ciarelli Di Silvio – ha detto – dominava Latina. Il Pd è stato il protagonista nella lotta alla criminalità organizzata e attraverso la Commissione Antimafia ha radicalmente mutato l’atteggiamento dello Stato che ha reagito e contrastato con successo i criminali. Di fronte alle conferme del pentito che coprono solo gli ultimi anni dei rapporti con la destra, il Pd intende andare sino in fondo perché questo livello di rapporti sia chiarito e denunciate le responsabilità politiche chiare di chi ha avuto stretti rapporti”.
Ha spiegato quindi che domani, 9 gennaio, il Pd annuncerà un’iniziativa a livello nazionale. “Ricordiamo – ha continuato Moscardelli – negli anni 2000 l’ascesa del clan Ciarelli – Di Silvio che è stata irresistibile. L’azione di contrasto alla criminalità organizzata era praticamente inesistente e lo Stato a Latina aveva abdicato al suo ruolo. Nel 2009 il tentativo dei Casalesi per entrare a Latina è stato respinto con successo dal Clan Ciarelli – Di Silvio. Eppure a Latina ancora nel 2010, dopo le prime inchieste di Niccolò D’Angelo e gli omicidi di gennaio, si organizzavano cene elettorali con il clan per le regionali 2010. Maietta era conteso nel centrodestra fino a diventare il padrone del Comune di Latina e deputato di Fratelli d’Italia, tesoriere del gruppo parlamentare alla Camera. Oggi il pentito dichiara che era stato minacciato il deputato di Fratelli d’Italia che doveva far posto a Maietta primo dei non eletti. Cha cha festeggiava come visto da alcuni video mandati in rete: a ragione era contento poiché le mani sulla città erano ben salde. Istituzioni dello Stato, vertici delle forze dell’ordine, politici di centrodestra, professionisti, imprenditori e società civile in genere erano in tribuna d’onore allo stadio ad omaggiare la società di calcio dominata dai vincenti Maietta e Cha Cha”.
“A dicembre 2014 – Moscardelli non si ferma – la prima missione della commissione Antimafia a Latina. Il Questore De Matteis ha rotto l’incantesimo di Latina città aperta alla criminalità. Ci furono delle inchieste e ci furono i risultati prodotti. La Commissione Antimafia ha acceso i riflettori su Latina ed è stata con il fiato sul collo su tutte le istituzioni per reagire.
A maggio del 2016 altra audizione a Roma, stavolta con il Questore De Matteis, il quale rappresentò in modo chiaro una realtà complessa della nostra provincia. Latina, già obiettivo della criminalità organizzata per il settore rifiuti e per la discarica, era dominata dal clan Ciarelli Di Silvio, organizzazione criminale forte, feroce e con coperture politiche. Usura, racket e spaccio di stupefacenti tra i principali affari. L’enorme massa di denaro per i profitti dell’attività criminale sapientemente gestita era oggetto di esportazione. Lo Stato seguì il percorso di questo flusso di denaro ma attendiamo ancora le conclusioni su quanto consumato a Latina con tanto di scia di sangue.
Inquietante sempre in quella audizione l’emersione del ruolo di Melaragni. Il 30 maggio 2017 ancora la missione dell’Antimafia nel Lazio.
Varie interrogazioni parlamentari furono presentate insieme alla collega Capacchione in supporto all’attività in Commissione. Al clan Ciarelli-Di Silvio è stata contestata da ultimo l’associazione di stampo mafioso. Finalmente il passaggio che rende chiari i connotati della Mafia di Latina.
Lo Stato c’è e continua ad esserci ma troppe inchieste sono rimaste ferme, concluse e in attesa di provvedimenti. Sul rapporto con la politica, dopo quanto emerso nei rapporti con l’ex deputato di Fratelli d’Italia Maietta, tutto si è fermato. Ci aspettiamo che il lavoro delle forze dell’ordine venga valorizzato.
Il clan Ciarelli Di Silvio a Latina è una minaccia attuale. Ha influito sulle campagne elettorali passate, molto di più di quella del 2016. Però nulla emerge. Da quando, all’inizio degli anni 2000, saltava in aria con un’autobomba un Di Silvio ad oggi i rapporti con la politica dominante a Latina città sono stati costanti. I rapporti politici sono stati sempre chiari e precisi, perfino ostentati. Ci sono esponenti politici che hanno rivendicato la loro amicizia con Cha Cha. Si potrà finalmente far luce sui rapporti con la politica negli anni d’oro dell’ascesa del clan? Sono almeno 15 anni da indagare ma nulla trapela: politica, edilizia, riciclaggio, voto di scambio. Si deve andare fino in fondo”.