“Sì alla tutela dell’ambiente ma che non sia il mondo agricolo italiano e locale a pagarne il prezzo“. Matteo Adinolfi, europarlamentare pontino della Lega, indossa l’elmetto e va alla carica contro la proposta finlandese relativa alla riforma della Politica Agricola Comune che prevede che gli stati membri debbano assegnare una determinata parte della propria dotazione finanziaria totale a obiettivi ambientali e legati al clima.
L’eurodeputato della Lega chiede di modificare e migliorare la proposta oggetto di discussione perché così come concepita ora, a suo dire, “penalizzerebbe oltremodo anche il settore agricolo italiano e quei territori come la provincia di Latina che vedono nell’agricoltura uno dei loro principali settori economici”.
“Non è modo di aiutare l’ambiente – spiega Adinolfi – sottraendo risorse all’agricoltura e allo sviluppo delle aziende agricole. Per noi le risorse per la tutela ambientale e le coltivazioni sane non devono essere sottratte ma aggiunte, e i costi della politica ambientale non vanno dunque scaricati su territori come il nostro che hanno nell’agricoltura una delle principali attività economiche. Non è certo l’agricoltura italiana con le sue pratiche sane la responsabile dei cambiamenti climatici e l’Europa ha il dovere di garantire agli agricoltori risorse adeguate alle loro esigenze produttive. La Lega è sempre stata per la tutela dell’ambiente, ma per quanto riguarda la Pac ritengo sia necessario soprattutto tutelare i nostri agricoltori e la qualità dei prodotti italiani e migliorare anche la tracciabilità e i controlli delle coltivazioni, che in Italia sono già rigorosissimi, estendendoli anche a tutti gli altri paesi europei, anche per competere contro quei paesi extraeuropei che utilizzano prodotti e pesticidi altamente inquinanti per l’ambiente”.
“La Politica Agricola comune – conclude Adinolfi, eletto nel collegio Italia Centrale: Lazio, Umbria, Toscana e Marche – non può e non deve dunque essere uno spot ambientalista per questo chiediamo al ministro Bellanova che in sede europea il nostro Paese prenda posizioni nette e unitarie contro una visione fuorviante del sistema agricolo. Sì alla tutela dell’ambiente ma a pagarne il prezzo non sia il mondo agricolo italiano e locale”.