Incarichi, il consiglio dell’Ordine avvocati si dimette: protesta contro il presidente del Tribunale

Il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Latina si è dimesso questa mattina. Nello specifico si sono dimessi 11 consiglieri, ma ne bastano 8 per far cadere il Consiglio. Il primo è stato proprio il presidente Gianni Lauretti, che accusa il presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti di un “attacco frontale all’Ordine e a tutta l’avvocatura del capoluogo come istituzione” e di una gestione anomala degli incarichi per la quale “si richiede, con carattere di estrema urgenza, una ispezione ministeriale” per verificare “gli incarichi giudiziari e, agli organi competenti, a rimuovere, ove accertata, la grave situazione di incompatibilità ambientale rappresentata”.

Non c’era alternativa per reagire – ha spiegato Lauretti – ad un attacco duro nei confronti dell’avvocatura di Latina”.

GLI INCARICHI GIUDIZIARI

I rapporti tra la presidente del tribunale e gli avvocati si era incrinato con la gestione degli incarichi giudiziari. Secondo l’Ordine ci sarebbe “un ricorso continuo ed incessante a nomine di avvocati iscritti in albi di altri circondari e, nel settore fallimentare, alla esclusione degli avvocati di Latina dalle nomine curatori fallimentari e commissari giudiziali”.

Dall’aprile all’ottobre 2019 su 47 incarichi soltanto 4 sono stati assegnati ad avvocati di Latina e nessuno tra gli ultimi 25 incarichi, da quando si è trasferita il giudice Vaccarella. Nell’anno precedente e prima del trasferimento di Vaccarella erano stati assegnati 87 incarichi ai commercialisti di Latina e 48 ad avvocati del capoluogo pontino. Un solo incarico era stato assegnato fuori dal circondario.

Questo si sarebbe ripetuto anche, sempre secondo la ricostruzione dell’Ordine, per gli incarichi relativi al settore della volontaria giurisdizione e delle esecuzioni immobiliari. In relazione ai quali però, a differenza del settore fallimentare, gli incarichi non vengono pubblicati né resi noti. Sarebbero stati infatti gli stessi professionisti a rivolgersi all’Ordine per informare di un “anomalo e crescente ricorso a professionisti iscritti in albi di altri circondari” in questo settore dall’insediamento della presidente Chiaravalloti, nel gennaio del 2018. Sarebbe stato pubblicato soltanto un lunghissimo elenco di tutti i professionisti che avevano avuto incarichi nel settore civile, senza però che fosse specificato il tipo di incarico, la sezione, il settore e il giudice che lo aveva conferito. Quando il Consiglio dell’Ordine (d’ora in avanti Coa) ha chiesto di poter accedere a queste informazioni la risposta è stata negativa.

CHIUSURA DEI RAPPORTI CON L’ORDINE

Non solo. Dal momento in cui questa questione è stata ripresa dai giornali locali i rapporti tra Coa e presidente del Tribunale sono stati interrotti. “Non siamo più stati invitati – ha spiegato Lauretti oggi pomeriggio in conferenza stampa – all’insediamento dei giudici. Si è insediato nuovo procuratore, Giuseppe De Falco, e l’ordine non è stato invitato. Ci ha inviato il procuratore personalmente, ma non ci è stato consentito neppure il saluto durante la cerimonia”. Ieri, 29 ottobre, c’è stata la Giornata europea della giustizia civile e ne abbiamo ricevuto soltanto informalmente notizia”.

FALLIMENTO LATINA CALCIO

Il presidente del Coa, Gianni Lauretti, ritiene inoltre di essere stato colpito personalmente con accuse di incompatibilità relative a un suo incarico, che non gli permettono di continuare a guidare il Coa.

Nel luglio scorso la Camera di consiglio ha revocato l’incarico anche ai due curatori del fallimento del Latina Calcio Pietricola e Loreti “per il solo fatto – ha spiegato sempre il presidente dell’Ordine – di aver conferito al presidente del Coa di Latina un incarico, nonostante  il preventivo nulla osta del giudice Linda Vaccarella”. Lauretti era stato nominato difensore della curatela ai fini della costituzione di parte civile in un procedimento penale.

Secondo il Coa si tratta di un decreto unico nel panorama nazionale, e ha chiesto il parere del Consiglio nazionale forense. Questi già nel 2016 avrebbe spiegato che la legge fallimentare è cambiata e non è al giudice che spetta la nomina ma solo al curatore che sceglie l’avvocato e nulla osta affinché i consiglieri dell’ordine assumano incarichi giudiziari. La legge professionale forense dice infatti che “ai componenti del Consiglio dell’Ordine per il tempo in cui durano in carica non possono essere conferiti incarichi giudiziali da parte di magistrati del circondario”.

L’ordine di Roma e Unione degli Ordini del Lazio hanno espresso già la loro solidarietà al Coa di Latina. Secondo il Tribunale invece la nomina dell’avvocato Lauretti sarebbe stata irregolare, in base ad un parere del Consiglio nazionale forense che però avrebbe preso in esame in quel caso solo gli incarichi indiretti. Al di là dell’interpretazione della norma il provvedimento di revoca del Tribunale di Latina ha trovato la censura degli Coa di Roma che ha inviato il proprio deliberato al Consiglio nazionale forense, all’Ordine dei Consigli forensi  e al presidente della corte d’Appello di Roma. Insomma l’Ordine di Latina sembra non essere solo in questa battaglia e ha deciso un’azione dura, quella delle dimissioni che sono state definite “irrevocabili”.