Non gli hanno contestato l’aggravante dell’odio razziale. Il ragazzo di 18 anni che ha malmenato, insieme ad un amico minorenne, un giovane di colore ad Anzio è già tornato a casa, dopo l’arresto. Le lesioni fortunatamente non sono gravi e resta soltanto l’aggravante dell’uso delle armi: il bastone.
Il giudice di Velletri, convalidando l’arresto ha disposto per l’indagato il divieto di avvicinamento dai luoghi frequentati dal 24enne nigeriano, che vive in un centro accoglienza della città. L’avvocato ha chiesto un tempo per preparare la difesa e il processo, per direttissima, è stato così rinviato al 6 dicembre.
Anche senza l’aggravante dell’odio razziale, però, la vicenda (non quella giudiziaria magari), resta comunque grave. Due ragazzini, perché di questo si tratta, senza motivo hanno malmenato qualcuno che fa parte degli “ultimi”. Un giovane richiedente asilo, probabilmente senza parenti in Italia, in un paese straniero.
Resta da chiederci, come genitori, come educatori, come società, dov’è che abbiamo sbagliato. Perché un ragazzo di 18 anni pensa di non avere meglio da fare che picchiare (per noia, per divertimento, per pareggiare i conti?), un coetaneo che ha gli stessi sogni e le stesse aspettative dalla vita. Che è arrivato in Italia proprio per realizzare quei sogni.
Sembra ci sia stato un diverbio tra i tre giovani precedente al pestaggio. Il 24enne straniero avrebbe lanciato contro i 2 italiani una bottiglia di birra. Anche questo sarà accertato durante il dibattimento, al processo. Bisogna però spiegare ai ragazzi che per queste cose si chiamano i carabinieri o la polizia, non si prende un bastone e si va “a dargli una lezione”. Non può funzionare così.