Ci sono anche terreni e quote di società con sede a Latina nel compendio immobiliare e mobiliare confiscato a Giovanni De Pierro, per un valore complessivo di 390 milioni di euro.
Il patrimonio era stato già confiscato nel 2016 con l’operazione Festa Finita e oggi i militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno dato esecuzione al decreto, confermato, per la quasi totalità dei beni, dalla Corte d’appello e divenuto definitivo, a seguito della pronuncia della Cassazione.
Lo Stato acquisisce così quote societarie, immobili, autoveicoli, rapporti finanziari e finanche un natante di 15 metri.
De Pierro, 69 anni, attivo, attraverso varie società, nei settori della compravendita di immobili, del commercio di autoveicoli, delle pulizie industriali, della gestione di servizi alle imprese e dei cantieri della nautica da diporto, era finito nei guai nel 2008 quando fu arrestato e successivamente all’esito di complesse indagini di polizia economico-finanziaria, avviate alla fine del 2012 e coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma.
Le investigazioni, spiegano le Fiamme Gialle, avrebbero consentito di riscontrare l’esistenza di un gruppo a struttura piramidale, con a capo De Pierro, il quale, mediante l’utilizzo strumentale di innumerevoli aziende, formalmente amministrate da compiacenti prestanome, sarebbe riuscito, da un lato, ad assicurarsi un elevato numero di appalti pubblici, specie nel settore dei servizi di pulizia e facchinaggio, e, dall’altro, a sottrarsi al pagamento di ingenti debiti nei confronti dell’Erario, dell’Inps, dell’Inail e di Enti locali.