Il giudice ha ammesso la perizia per Emanuele Riggione, il 42enne di Terracina che uccise la convivente, Elena Paletta, a Roma. A chiedere la consulenza gli avvocati difensori Angelo Palmieri e Adriana Anzeloni, con una motivazione particolare. L’uomo non sarebbe stato, secondo la difesa, incapace di intendere e volere per patologie psichiche, ma per aver assunto sostanze stupefacenti.
Il rito scelto è l’abbreviato, che prevede il giudizio sulla base degli elementi raccolti durante le indagini e la riduzione di un terzo dell’eventuale condanna.
Il giudice per l’udienza preliminare di Roma, Cappiello, ha quindi rinviato al 12 giugno prossimo per il conferimento dell’incarico al perito.
L’autotrasportatore viveva da 8 mesi con la donna ed il 6 agosto 2018 confessò il delitto avvenuto il giorno prima. L’avrebbe uccisa per un’altra dose di cocaina, di cui faceva uso.
La donna gli avrebbe negato la somma di denaro e lui avrebbe preso la piccozza e l’avrebbe colpita prima in testa e poi sul corpo. Quindi aveva cercato di far perdere le sue tracce e aveva raggiunto Terracina, il 6 agosto, pensando al suicidio. Infine si era costituito nella caserma di Latina. Soltanto in seguito alla sua confessione i militari avevano trovato la donna ormai senza vita, all’interno della sua abitazione.