Il servizio Welfare del Comune di Latina ha individuato una soluzione alternativa per una famiglia, con sette minorenni, in gravissime difficoltà economiche e in emergenza abitativa evitando così il suo smembramento che avrebbe potuto avere luogo con il collocamento dei bambini presso una Casa Famiglia.
Al nucleo è stato affidato un immobile di proprietà comunale destinato a ricovero temporaneo per le situazioni “che dovessero presentare necessità di aiuto immediato”, come stabilito con deliberazione di Consiglio comunale numero 90 del 13 dicembre 1999, superando così l’ostacolo di indisponibilità di un alloggio Erp in deroga alla graduatoria.
La soluzione della Casa Famiglia per i sette minorenni, che avrebbe avuto un costo di 60 euro al giorno per ciascun di loro a carico del Comune, è stata scartata dal servizio Welfare a seguito di un’indagine psico-sociale in base alla quale l’alternativa abitativa dell’alloggio comunale è risultata la migliore al fine di scongiurare danni maggiori alla loro crescita.
L’appartamento è stato affidato al nucleo familiare bisognoso per 12 mesi, con utenze a carico degli occupanti. L’impegno dell’assegnataria, madre dei sette minorenni, è stato quello di intraprendere un percorso con il supporto dei Servizi Sociali Professionali finalizzato alla acquisizione di una propria autonomia economica entro un anno. E speriamo bene.
Finora il nucleo familiare composto dalla donna, i sette figli e un compagno, ha vissuto in un alloggio Ater senza regolare decreto di assegnazione. L’8 agosto scorso la famiglia è stata diffidata a lasciare l’appartamento, ma ciò non è stato possibile non avendo mezzi di
sostentamento né garanzie per poter accedere autonomamente al mercato immobiliare privato. Il Comune è intervenuto non appena è stata fissata la data dello sgombero forzato.