Altra commissione fiume sull’Abc Latina. A richiedere l’approfondimento in Trasparenza, organismo presieduto dalla consigliera Matilde Celentano, sul monitoraggio dei risultati conseguiti dall’Azienda Speciale Abc rispetto agli obiettivi programmati nel contratto di servizio e dei provvedimenti conseguenti, è stato il consigliere Nicola Calandrini.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia in un lunghissimo intervento ha voluto illustrare la sua relazione, depositata lo scorso anno agli atti del Consiglio comunale, in cui aveva previsto una serie di criticità “che purtroppo si sono palesate”. Calandrini ha ripercorso tutto l’iter che ha portato alla costituzione dell’Abc, frutto di un ribaltamento delle conclusioni a cui era giunto il commissario prefettizio Giacomo Barbato che, sulla scorta della mozione approvata dalla precedente consigliatura (sulla quale la maggioranza si era spaccata e che era stata uno dei motivi che portarono al commissariamento del Comune) che prevedeva l’esternalizzazione del servizio, aveva dato mandato agli uffici per la verifica dell’economicità della scelta. Una verifica positiva confluita nella relazione ex articolo 34. Una relazione diametralmente opposta a quella stilata dalla nuova amministrazione in base alla quale con l’azienda speciale il Comune avrebbe avuto un risparmio di 50mila euro all’anno, quanto basta per giustificare la sottrazione del servizio al libero mercato. Una scelta, quella di Lbc, che Calandrini – ha ricordato oggi in commissione – avrebbe voluto sostenere politicamente in quanto favorevole ad una gestione interna del servizio rifiuti e che invece non ha potuto fare per tutte le criticità riscontrate nel percorso seguito. Un esempio per tutti l’assenza dell’asseverazione del piano economico finanziario prima della sua approvazione in Consiglio comunale. “L’asseverazione arrivò dopo da parte della società incaricata, la Pkf, che non si assunse la responsabilità su veridicità di ipotesi e dati forniti”, ha precisato Calandrini a cui ha poi replicato il capogruppo di Lbc Dario Bellini affermando che la società di revisione non è entrata nel merito e che la stessa era tenuta solo alla verifica della correttezza dei dati. Insomma, per Bellini una prassi che nelle asseverazioni si esprimano tali riserve. Ma Calandrini nei sui 50 minuti di intervento ha messo in fila tutti i ritardi nel servizio affidato all’Abc e negli adempimenti della stessa azienda speciale, a cominciare dalla mancata attivazione della raccolta differenziata porta a porta e dall’approvazione del piano industriale. A dieci mesi dall’avvio del contratto l’azienda speciale non ha ottenuto il mutuo necessario all’espletamento del servizio per il quale è stata creata. Quale conseguenza rispetto alla relazione ex articolo 34, breviario Abc? “Se venisse meno quel risparmio dichiarato, potrebbe venire meno lo scopo dell’Abc – ha detto Calandrini –, e qualcuno potrebbe ‘riesumare’ il discorso della gara…”. Il consigliere è tornato a bomba sul mutuo mancato di 12 milioni di euro (citando anche un passaggio in base al quale ad un certo punto si sarebbe parlato di 18milioni di euro), suggerendo ancora una volta quella che potrebbe essere la soluzione da mettere in campo. Un suggerimento rivolto all’amministrazione comunale che dovrebbe tornare in Consiglio e votare per una garanzia fideiussoria o per l’uso dell’avanzo del bilancio comunale per gli investimenti sulla base di una recente circolare del Ministero dell’Economia. E poi ancora, Calandrini ha chiesto lumi sulla regolarizzazione dell’uso della sede di via Monti Lepini da parte di Abc, atteso che è di proprietà del Comune di Latina e che il Comune percepiva un affitto dalla fallita Latina Ambiente.
Convocati in commissione il dirigente del servizio Finanziario dell’ente municipale Giuseppe Manzi e il funzionario del Comune, supercontrollore per l’Abc, Diego Vicaro. Manzi ha riferito ai commissari e in particolare a Calandrini delucidazioni sulle due soluzioni per superare lo stallo del mancato mutuo concesso all’Abc da parte della Cassa depositi e prestiti: la fideiussione non va iscritta in bilancio mentre la delegazione sì. Come a dire che ci sono pro e contro e che l’amministrazione deve prendere una decisione e che l’azienda deve presentare il piano industriale senza il quale non è possibile concedere prestiti.
Vicaro, nel corso della sua audizione, ha riferito che i 18milioni di euro citati da Calandrini nel suo intervento risultano dalla relazione dell’ex dirigente del servizio Ambiente Sergio Cappucci e fanno riferimento a un verbale dei revisori dei conti. Il dottor Vicaro ha elencato tuti i rilievi mossi all’Abc, a cominciare dalla mancata trasmissione dei verbali del consiglio di amministrazione dell’azienda speciale. Il piano industriale? “A me non è stata data neanche la bozza, e neanche l’avrei voluta perché – ha detto il funzionario – sono gli atti quelli che contano. E ad oggi non ho il piano industriale approvato”. Vicaro, anche lui come un fiume in piena, ha parlato dei continui solleciti indirizzati all’Abc, mentre sulla relazione di fine agosto firmata insieme al dirigente Manzi si segnala, tra le tante cose, l’assenza di un regolamento apposito sul controllo analogo. E proprio su questo aspetto è intervenuta la segretaria generale Rosa Iovinella che ha preannunciato una prossima deliberazione di giunta. Vicaro ha concluso il suo intervento rispondendo alla domanda di Calandrini a proposito del “breviario”: “Abbiamo approfondito i costi rispetto al piano programma, abbiamo chiesto i report della Latina Ambiente alla curatela fallimentare relativi ai 13 mesi di amministrazione e abbiamo messo a confronto sei mesi di Latina Ambiente con i sei mesi di Abc e non risultano scostamenti. Facendo la media quadratica ponderata fino alla fine dell’anno, nonostante i ritardi, non dovrebbero esserci aumenti nelle bollette delle utenze”. Dunque, un punto a favore dell’Abc assegnato dal supercontrollore. Tutto bene? Dipende dai soldi, perché senza soldi non si canta messa: la svolta è in quei 12 milioni di euro necessari all’avvio di una raccolta di rifiuti che avrebbe dovuto far risparmiare l’ente e quindi i cittadini. La rassicurazione di Vicaro è però a scadenza; il 2019 è alle porte e se non si cambia registro potrebbe saltare il progetto dell’azienda speciale. Senza il piano industriale, niente bilancio di previsione. “Altro ritardo: l’azienda avrebbe dovuto approvarlo entro il 15 ottobre”, ha sottolineato a margine il consigliere Alessandro Calvi di Forza Italia. E senza il piano industriale niente mutuo. Il cane che si morde la coda. Non a caso la consigliera di Lbc Marina Aramini ha chiesto lumi al presidente del consiglio di amministrazione Demetrio De Stefano, presente tra il pubblico e fatto accomodare al tavolo della commissione.
De Stefano, a sorpresa, ha esordito dicendo di aver stretto un accordo con il Comune che sarà oggetto di una prossima deliberazione ed ha fornito la sua versione sull’uso della sede di via Monti Lepini: “Il Comune vuole cedere all’azienda l’immobile e nelle more della valutazione e dei passaggi necessari abbiamo accantonato le somme per il pagamento dell’affitto”. In quanto al piano industriale, De Stefano ha promesso che con l’arrivo del nuovo direttore generale, previsto per i primi di novembre, sarà approvato. Il presidente di Abc, rispondendo a specifica domanda della consigliera Giovanna Miele di Forza Italia sul personale interinale non ancora assunto, ha detto che finora sono stati assunti 22 precari e che la trentina rimasta fuori sarà assunta entro il 2019. “La differenziata porta a porta a Latina Scalo?”, ha chiesto conto Calvi. “Servono 500mila euro – ha risposto De Stefano – entro la fine del trimestre farò il bando per l’acquisto dei mezzi”. Dunque, saltata anche la previsione di attivare il servizio entro ottobre. Servono 500mila euro, dove prenderli?
A margine della commissione, a cui hanno partecipato numerosissimi consiglieri e gli assessori al Bilancio, all’Ambiente e alla Trasparenza, Gianmarco Proietti, Roberto Lessio e Maria Paola Briganti, abbiamo chiesto al dottor De Stefano che cosa intendesse con l’accordo stretto con il Comune. “Ci siamo accordati sulla rimodulazione dei costi per mantenere inalterato il Pef: dal Comune avremmo dovuto avere 14 milioni e 800mila euro, ce ne darà in tutto 13 milioni e 100mila euro; la differenza servirà a pagare la Rida Ambiente per il maggior conferimento dei rifiuti conferiti”, a seguito della mancata attivazione del porta a porta. Una buona notizia? La risposta potrebbe essere contenuta nel servizio reso alla città e alle aspettative attese.
Dunque, i rapporti tra Abc e Comune saranno riscritti già nel primo anno di lavoro, azzerando probabilmente tutte quelle inadempienze segnalate dagli uffici comunali. Di chi la colpa? L’azienda speciale è stata disegnata – si ricorda l’incarico conferito al professor Lucarelli – partendo da un presupposto, quello del mutuo milionario che nel primo anno di vita non è arrivato, partendo da dati vecchi relativi al servizio di igiene urbana, partendo da un contratto che venendo meno il primo presupposto sarebbe stato impossibile rispettare. “L’amministrazione comunale – ha commentato a margine Calvi – non ha saputo anticipare i tempi con misure correttive e ora rincorre i ritardi”.