Non tira una buona aria sull’Abc di Latina. Ritardi, conti sballati e un servizio che stenta a decollare rispetto alle prospettive iniziali della raccolta differenziata spinta, rimasta di fatto attiva nei soli borghi del capoluogo come ereditata dalla Latina Ambiente. L’acquisto di due compattatori e di altri due mezzi usati – di cui si è avuta notizia nei giorni scorsi – sono poco cosa rispetto al rinnovo del parco macchine che l’azienda speciale prospettava di realizzare in tempi rapidi con un prestito della Cassa depositi e prestiti. Soldi che, nonostante la garanzia dell’ente pubblico comunale, la Cdp non ha messo a disposizione poiché si richiedevano almeno due bilanci approvati. E invece dell’Abc non è stato ancora approvato neanche il bilancio dei pochi mesi di vita del 2017: il collegio dei revisori ha espresso parere negativo ai conti presentati dall’azienda. Sull’impasse dovuto alla Cassa depositi e prestiti, l’amministrazione comunale aveva riferito che l’Abc si sarebbe rivolta ad altri istituti di credito per poi procedere ai bandi per l’acquisto dei mezzi. Finora non c’è traccia di avvisi di questo genere.
A complicare il quadro le recenti dimissioni rassegnate dal dirigente del servizio Ambiente del Comune di Latina, il geologo Sergio Cappucci assunto con contratto a termine in base all’articolo 110 del Testo unico degli enti locali che dà facoltà ai sindaci di “scegliere” i propri uomini al di fuori del pubblico concorso per un’assunzione di ruolo a tempo indeterminato. E la scelta per il servizio Ambiente da parte del sindaco Damiano Coletta era ricaduta su Cappucci, unico ammesso alla selezione, vicino al movimento civico di Latina Bene Comune. Un dettaglio che avrebbe potuto favorire l’intesa tra l’attività amministrativa e la direttiva politica nei processi complessi come quello dell’Abc. Ma qualcosa deve essersi rotto, indipendentemente da quelle che potranno essere le motivazioni formali delle dimissioni di Cappucci, pare congelate dal sindaco. Qualcosa deve essersi rotto… non a sorpresa, però. Negli uffici si vociferava da tempo di questa volontà del dirigente di “mollare”. “Colpa delle difficoltà di gestione del contratto Abc”, riferiscono i bene informati.
Preoccupata per le dimissioni di Cappucci è la consigliera comunale del Partito democratico Nicoletta Zuliani: “L’abbandono del settore ambiente da parte del dirigente Cappucci, punta di diamante di Lbc, è fatto politicamente grave e dal punto di vista amministrativo, preoccupante – afferma l’esponente di opposizione -. Cosa c’è che non va nel settore ambiente? Evidentemente qualcosa di grosso. Di insormontabile. Di insanabile”.
Zuliani riconosce a Cappucci competenza e impegno: “Ha investito un surplus di tempo per colmare le lacune del settore. È del 25 aprile la sua firma su un atto amministrativo che lui stesso ha dichiarato in commissione essere stato firmato e protocollato proprio nel giorno di festa, che lui aveva destinato invece al lavoro per la città”.
“Nell’esercizio del suo potere – afferma la consigliera -, il dirigente è vincolato dalla legge: se un dirigente non vuole firmare e avallare un indirizzo politico, significa che quella disposizione non si può concretizzare. Per questo motivo i dirigenti sono reclutati con concorso pubblico: la gestione va tenuta rigorosamente separata dall’indirizzo politico.
Proprio in virtù di questa autonomia un dirigente può ‘imporsi’ alla politica se la politica vuole fare cose che non le sono consentite dalle leggi. Poi ci sono gli articoli 110, ovvero dirigenti a tutti gli effetti ma “scelti” dal sindaco con incarico a termine: Doria era uno di questi. Cappucci, Ferraro, Cappiello e Lanzillotta sono gli altri così reclutati.
Chi fa il dirigente viene reclutato con un concorso pubblico perché non deve essere una ‘emanazione della politica’, altrimenti non farebbe il proprio dovere di tutelare l’Ente.
Se però viene caricato di responsabilità eccessive che mettono a rischio l’aderenza agli ordinamenti, ecco che, anche l’appartenenza ideale, l’amicizia, l’appartenenza a un gruppo diventano secondarie per chi svolge con coscienza un lavoro difficile come quello di dirigere il settore ambiente del Comune di Latina. Le dimissioni diventano l’attestazione di una incompatibilità tra ordinamento (cosa dice la legge) e volontà politica”.
“Il settore ambiente – sono sempre le parole di Zuliani -, quello su cui l’amministrazione Coletta si gioca tutto, è quello più accidentato, più bistrattato, con meno risorse umane, quello che avrebbe dovuto sostenere il carico dell’Abc che non ottiene parere favorevole neanche dei suoi revisori dei conti; settore ambiente che deve emettere pareri su impianti, gestire discariche e bonifiche, tutelare un bene in pericolo come l’ambiente, le acque, l’aria”.
“E che sia proprio Sergio Cappucci a mollare, a me preoccupa”, conclude la consigliera.