Gina Cetrone, 44 anni, imprenditrice, è candidata alla carica di sindaco di Terracina. Consigliere regionale all’epoca di Renata Polverini, è stata eletta nel maggio 2012 consigliere comunale a Sonnino facendo un pieno di voti, che tuttavia non le sono bastati per scongiurare il commissariamento dell’ente arrivato di lì a poco.
Signora Cetrone, come mai è scattata in lei la molla di candidarsi a sindaco di Terracina? Cosa significa per lei la città di Terracina?
“Non inseguo la ‘terracinesità’ a tutti i costi – afferma -, come qualcuno millanta per spacciarsi più terracinese di altri, mentre ha solo preso dalla città e dato poco o niente in cambio. Posso garantire, con atti pubblici alla mano, che sono nata a Terracina, ho frequento le scuole elementari e medie dalle suore Orsoline e le superiori all’istituto Arturo Bianchini. Ho casa a Terracina e qui svolgo un’importante attività imprenditoriale. Ed è proprio perché a Terracina ci vivo e lavoro, ma anche perché come tutti ho vissuto sulla mia pelle il disastro compiuto in questi anni dalle varie amministrazioni comunali, che ho deciso di offrire il mio modesto contributo di amministratrice pubblica”.
Cosa non le è piaciuto, più di ogni altra cosa, dell’amministrazione comunale di Nicola Procaccini terminata con anticipo di un anno il 6 maggio scorso?
“Un’amministrazione che esce dalle urne vincente – risponde il candidato sindaco – e con uno schieramento di coalizione chiaro e accreditato dall’elettorato non può tradire le aspettative di migliaia di cittadini che ci hanno creduto. Qualunque possano essere state le motivazioni che hanno poi condotto alla crisi politica, è inammissibile che si vada a formare una giunta con il tuo acerrimo antagonista alla carica di sindaco. E’ credo che questa sia una motivazione sufficiente per giudicare in senso negativo l’ex primo cittadino. Poi non entro in questa sede nelle scelte che quella raffazzonata amministrazione ha prodotto, come il ‘nuovo’ personale politico che ha introdotto per dare impulso alla famigerata ‘rivoluzione dolce’. Una delusione terribile per chi come la sottoscritta ha dato più che una mano affinché quel giovane sindaco vincesse le elezioni.
Lei, finora, ha preso delle posizioni forti ad esempio contro la gestione dell’Azienda Speciale mostrandosi favorevole ad una gestione diretta dei servizi sociali. Un’idea che le è costata la pesante critica dell’ex presidente del cda dell’azienda Valerio Golfieri soprattutto per quanto attiene all’impossibilità, a suo dire, dell’assunzione del personale. Cosa risponde su questo punto?
“A Terracina – replica con piglio – c’è un vecchio brocardo che recita: quando l’asino non vuole bere è inutile che fischi. Golfieri dovrebbe tacere per il nulla che ha rappresentato in quell’azienda e per il conflitto d’interessi che si porterà dietro fino alla fine dei suoi giorni. L’Azienda Speciale Terracina è da cancellare come esperienza di gestione politica, e credo che il mio pensiero fosse chiaro. Il Comune di Terracina pur essendo l’azionista unico di quest’azienda che fattura milioni di euro e conferisce prestazioni ‘umanitarie’ importanti ai cittadini in difficoltà, ha pensato solo ad accontentare gli amici degli amici, a distribuire posizioni di interesse politico a famigli dell’ex amministrazione comunale (anche se apparentemente a costo zero) e a contrattualizzare direttori per centinaia di migliaia di euro l’anno. Denaro con il quale si potrebbero porre in campo iniziative per chi ha difficoltà a coniugare il pranzo con la cena. Poi su quest’argomento ci sarà modo e tempo per confrontarci compiutamente”.
Oltre all’Azienda Speciale, che cos’altro cancellerebbe da Terracina?
“L’Azienda Speciale Terracina – torna sull’argomento – è da cancellare nella forma conosciuta fino ad oggi. E’ chiaro che i servizi sociali oggi più di ieri servono in maniera esponenziale. Da cassare con decisione è invece il percorso fatto dall’ex amministrazione, che si è affidata a scatola chiusa a ‘improbabili’ dirigenti, senza che né sindaco né assessori si studiassero la materia per la quale esercitava il mandato. Per questo tanti sono stati i danni prodotti nei confronti dei cittadini e del bilancio comunale: opere pubbliche senza capo né coda, la precarietà delle acque interne e del mare, l’arredo urbano ridotto ai minimi termini, l’appalto per la pulizia della città, lo stato comatoso delle strade, dei marciapiedi, gli ulteriori ‘buffi’ fatti a carico del bilancio comunale. A questa domanda verrebbe da rispondere con la formulazione di un puntuale elenco per chiarire il nefasto scenario nel quale la città è precipitata negli ultimi anni”.
Per quanto riguarda cultura e turismo, lei ha richiamato l’attenzione sulla possibilità di promuovere concetti come albergo diffuso o museo diffuso. Come intende superare l’ostacolo normativo che consente la localizzazione degli alberghi diffusi in comuni con popolazione inferiore ai 40mila abitanti?
“Terracina ha un territorio per esercitare un turismo di qualità – sono le parole di Cetrone -, e non solo nel tradizionale periodo estivo. Per ragionare seriamente su questo tema c’è bisogno di mettersi intorno ad un tavolo con chi questo lavoro svolge, con certificazione riconosciuta, e organizzare un percorso fattibile e senza costi esagerati. A questo tavolo non possono mancare gli operatori turistici e commerciali della città i quali per primi devono indicare la volontà di essere protagonisti del cambiamento di rotta. Il Comune metterà a loro disposizione le iniziative di pianificazione territoriale e le energie migliori per conferire concretezza al progetto individuato. Credo che su queste basi si possa tracciare una rotta significativa. L’albergo e il museo diffuso ritengo non debbano avere per forza l’imprimatur della Regione Lazio e di altri enti sovra comunali. E’ un’operazione che se si vuole programmare si fa. Punto!”
Anche l’ultima estate terracinese è stata tormentata da continue ondate di acqua sporca proveniente dai canali. Da aspirante sindaco, qual è la sua ricetta per risolvere questo problema?
“Non c’è una ricetta da mettere in pentola – afferma –, ci vuole la volontà di mettersi contro alcuni enti pubblici, cittadini e pseudo imprenditori, che inopinatamente da anni non procedono all’osservanza delle leggi ambientali. C’è bisogno urgente di mappare gli scarichi abusivi lungo il corso dei fiumi che affluiscono alla baia di Terracina, controllare in maniera sistemica chi non ha i depuratori funzionanti, chi scarica ad esempio i ‘bottini’ lungo il corso dei nostri canali. Rivalutare in definitiva una politica ambientale vera (e non soltanto di circostanza) che consente di ottenere un mare balneabile sia nei dati dell’Arpa Lazio sia in campo ‘visivo’. E’ questa una battaglia irrinunciabile, altrimenti che tipo di turismo si può fare in una città di mare come la nostra?”
A Terracina, in questi giorni, è un gran vociare su un suo possibile ingresso nella maxi squadra del candidato sindaco di Forza Italia Gianluca Corradini. E’ possibile? Rinuncerebbe alla corsa per la poltrona da sindaco?
“Francamente – risponde – non so da quali ambiti provenga tutto questo ‘gran vociare’. Io so soltanto una cosa: ho lanciato la mia candidatura non per una mera ambizione personale, o perché non ho nulla da fare, o peggio per trovare un reddito con il quale vivere, ma per contribuire, se i terracinesi lo vorranno, a una politica che si riappropri del fare per i cittadini. Non per niente se eletta e non rispetterò i 10 punti fondamentali del programma non mi ricandiderò a nessuna altra elezione e me ne ritornerò al mio lavoro. Mancano diversi mesi alla data delle elezioni comunali e come si suo dire in questi casi: chi vivrà vedrà”.
Lei ha già pronta la lista “Sì Cambia” e sta iniziando a preparare una seconda lista. C’è il supporto di qualche componente politica nel suo progetto per cambiare Terracina? Se sì, chi sono i suoi alleati “morali” e/o “operativi”?
“Devo dire – afferma il candidato sindaco – che neanche io credevo ci fossero in città tante persone con la voglia, nonostante i disastri compiuti a livello politico e amministrativo, di candidarsi, di metterci la faccia per conferire un positivo contributo. Queste persone mi hanno solo chiesto di non avere accanto chi ha contribuito a rendere ridicola la politica e l’amministrazione pubblica terracinese”.
Chi vincerà alle prossime elezioni amministrative di Terracina?
“Vincerà – conclude Cetrone – chi è in grado di entrare nel cuore e nella mente dei terracinesi. Vincerà chi avrà espresso non solo i buoni propositi del fare nel periodo pre elettorale, ma chi avrà comunicato chiaro e tondo che se non riuscirà a fare quello che ha sottoscritto non accamperà scuse e se ne tornerà al proprio ‘orticello’. Ecco chi vincerà”.