Quando i social accendono le luci sulla città. E’ accaduto a Latina con il gruppo Facebook “Sei di Latina se la ami” che in pochi anni ha raggiunto quota 10mila iscritti e che oggi ha ispirato la nascita di un nuovo comitato per la tutela del centro storico del capoluogo pontino. Questa mattina la presentazione del sodalizio, presieduto da Emilio Andreoli, presso la sede del Museo della Terra Pontina, simbolo della memoria storica e culturale della vita vissuta dai primi abitanti della città del Novecento. Un luogo scelto non a caso, perché l’obiettivo è quello di “riaccendere” la città, tutelando il patrimonio simbolo della Fondazione e la memoria storica e favorendo la crescita dell’appartenenza. Stop ai tentativi di prosecuzione di quelle “violenze” perpetrate ai danni del contesto urbano con l’arrivo degli anni Sessanta.
“Il primo edificio storico ad essere abbattuto – ha ricordato Andreoli, con addosso la maglietta con l’immagine di piazza del Popolo – è stato il Cinema dell’Aquila per la realizzazione di un supermercato. Abbiamo perdonato ai nostri padri, provenienti da diverse parti d’Italia, interessati e incuriositi dalla nascita di Palazzo Pennacchi piuttosto che di altre nuove edificazioni, il fatto di non aver fatto nulla per difendere la nostra città da interventi di questo tipo, ma i nostri figli non faranno altrettanto con noi. Nel 1967 le statue di Palazzo M erano illuminate e bianche, poi a poco a poco le luci si sono spente e le statue sono diventate grigie. Ecco, noi vogliamo riaccendere le luci di questa città, con la promozione di iniziative e progetti da suggerire all’amministrazione comunale”.
Con Andreoli, Maxime Rocca e Luciano Comelli, del neo comitato “Tutela del centro storico”, Mauro Corbi e Fabrizio Nicosia che insieme al primo sono gli amministratori del gruppo Facebook “Sei di Latina se la ami”, uno spazio senza colore politico, nato per testimoniare le origini e l’evoluzione della città, sensibilizzare l’opinione pubblica su situazioni di degrado suggerendo soluzioni, esprimere vicinanza ai concittadini che vivono in altre parti del mondo, lontani dalle proprie origini, che forse più di tanti residenti esprimono al meglio e con orgoglio il senso di appartenenza a Latina: “Non ho sentito di un solo politico di questa città che abbia preso carta e penna per un reclamo alla Rai in occasione del servizio del Tg2 su Calcutta (il cantautore di Latina Edoardo D’Erme, ndr) in cui si è parlato di Latina come un piccolo paese vicino Roma. Lo faremo noi”, ha preannunciato Andreoli ricordando di aver risposto in un post del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che i Giardini di Ninfa non stavano a Roma.
“Non è vero che Latina non ha storia, la storia c’è anche se breve”, ha esordito Rocca che ha dedicato il suo intervento per spiegare che il comitato, oltre a voler tutelare il centro storico dalle “aggressioni”, ha tra i suoi obiettivi quello di migliorare la sua fruibilità. Un argomento ripreso e approfondito da Comelli che ha parlato di mobilità, fortemente compromessa da una ztl e da un anello ciclabile che pur essendo stati realizzati contemporaneamente sono in contraddizione tra loro. Un argomento particolarmente sentito dal comitato e che suscita sempre un grande dibattito sulla pagina Facebook “Sei di Latina se la ami”. Un tema che rimanda alla pavimentazione dell’area interna al perimetro della Ztl contro il quale il comitato preannuncia battaglia. “Giù le mani dall’asfalto”, perché “Latina è la prima città al mondo nata con le strade del centro asfaltate”, ha detto Andreoli. Il comitato ha ricordato che la Sovrintendenza ha già chiarito che interventi nel centro storico di Latina possono essere effettuati mantenendo inalterati i materiali utilizzati in origine. “Abbiamo chiesto un secondo parere alla Sovrintendenza più specifico sull’asfalto, ma purtroppo il professor Saverio Urciuoli a cui era indirizzata la richiesta è deceduto poco dopo…”. Quella di bloccare la pavimentazione delle strade del centro sarà la prima istanza che il comitato presenterà a palazzo.
Tante le idee per la tutela del centro storico e per restituirgli la funzione di aggregazione pensata da Frezzotti. Muoiono gli alberi e resta il buco, le aree verdi sono sempre meno verdi. E’ fatica anche trovare una diversa collocazione ai quattro cassonetti della spazzatura che da piazza del Popolo ostruiscono la visuale di piazza Buozzi. Mentre nelle sale del Museo della Terra Pontina, gestito con straordinaria cura dall’associazione “Don Vincenzo Onorati”, che questa mattina ha ospitato la presentazione del comitato, non un granello di polvere tra i preziosi cimeli, ma un caldo infernale. Lo stesso che regna nella biblioteca comunale. All’esterno, piazza del Quadrato, con le sue statue pericolanti.