Necessario rivedere e rafforzare la normativa relativa alle autorizzazioni e ai controlli sulle case di riposo. Lo hanno affermato ieri gli assessori alla Sanità e alle Politiche sociali della Regione Lazio, Alessio D’Amato e Alessandra Troncarelli: “Le norme che regolano le Case di Riposo e le Comunità alloggio devono essere ridisegnate in maniera più stringente e per questi motivi porteremo a breve una modifica delle normative”. A ricordare questo impegno è oggi è il sindacato Uil di Latina che sollecita non solo l’amministrazione regionale ma anche le amministrazioni comunali per quanto di competenza ed esercitando un’azione di pressing presso le sedi idonee.
Il caso della casa di riposo per anziani di Roccagorga, in cui una donna ha subito maltrattamenti e restrizioni in una gabbia, resta dunque in primo piano. E mentre vanno in onda sulle teti televisive nazionali approfondimenti giornalistici sulla comunità alloggio lager nel cuore dei Lepini, Francesca Salvatore, segretaria Uilp Latina Nord segnala anche il problema della carenza dei posti letti nelle strutture pubbliche e soprattutto “il problema degli alti costi che portano le famiglie a rivolgersi presso strutture non sempre idonee”.
“Su nostra iniziativa – dichiara Salvatore – la Regione Lazio ha dato una prima e parziale risposta riguardo le rette di degenza nelle Residenze Sanitarie Assistenziali nella Regione, ma non è sufficiente perché chi supera il reddito Isee di 20mila euro è costretto a pagare una retta di 1.800 euro mensili. Da una nostra ricerca è emerso come nella provincia di Latina un pensionato su quattro percepisce una pensione al di sotto dei 500 euro al mese. Per questo chiediamo ai Comuni e alla Regione di rivedere il sistema di tariffazione delle rette delle Rsa introducendo più fasce di reddito e rendendo progressivo ed equo il sistema”.