Il caso del Centro di accoglienza di via Nascosa è approdato oggi in commissione Welfare del Comune di Latina. A richiedere il punto all’ordine del giorno è stato il consigliere di opposizione Matteo Coluzzi al fine di sollecitare l’amministrazione comunale a farsi parte attiva nell’individuazione dei siti per l’accoglienza straordinaria. “Non basta dire che dei Cas se ne occupano le cooperative e la Prefettura – ha detto a margine della commissione il consigliere -. Il caso di via Nascosa è emblematico. Se non fosse stato per i cittadini che hanno presentato esposti avremmo avuto un Cas in una struttura non idonea non soltanto per via delle criticità di natura edilizia, ma anche per il suo ‘peso’ in una zona non servita da servizi, da marciapiedi, da pubblica illuminazione. In via Nascosa già ci sono un’altra quarantina di migranti che viaggiano in bici, senza neanche un giubbotto rifrangente. Mi chiedo: come fanno ad avere la bicicletta? Le bici sono state messe a disposizione della cooperativa che gestisce il Cas? In questo caso avrebbe dovuto provvedere anche a fornire loro dei giubbotti. Sono persone che scappano dalle guerre e a Latina rischiano di morire per strada”.
Alla commissione, presieduta da Luisa Mobili, hanno preso parte anche l’assessore al ramo Patrizia Ciccarelli e il dirigente del Servizio urbanistica Umberto Cappiello per fare un resoconto sulla vicenda che la scorsa settimana ha portato al sequestro dell’immobile di via Nascosa destinato a centro di accoglienza, dalle segnalazioni dei residenti ricevute presso gli uffici ai sopralluoghi effettuati fino al sequestro preventivo da parte della Polizia Locale e alla trasmissione degli atti in Procura. Cappiello ha dichiarato che ad oggi non risulta in Comune alcuna istanza di cambio di destinazione d’uso della struttura da residenziale ad alberghiera e che il preventivo sopralluogo della Prefettura era avvenuto quando erano ancora in corso lavori, in un cantiere. Sui dettagli Cappiello non è entrato nel merito poiché oggetto d’indagine.
Nel corso della seduta l’assessora Ciccarelli si è soffermata sulle forme di accoglienza presenti sul territorio comunale e sulla normativa che regola l’apertura dei centri per l’ospitalità dei migranti e dei richiedenti asilo, compreso l’iter da rispettare per ottenere le certificazioni di autorizzazione all’apertura di nuovi centri. Ciccarelli ha ribadito l’indirizzo politico dell’Amministrazione in materia di accoglienza e rispetto ad un sistema ritenuto ancora troppo sbilanciato su una logica emergenziale.
L’Assessora ha poi espresso pieno apprezzamento per le parole pronunciate dal Prefetto Maria Rosa Trio e per l’attenzione che la stessa ha detto di voler riservare alla sicurezza, all’accoglienza nella legalità e all’ospitalità diffusa. “Ci troviamo in sintonia con quanto affermato dal nuovo Prefetto, tanto che siamo impegnati – ha sottolineato Ciccarelli – a potenziare il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati fino a portarlo ai numeri minimi necessari per l’applicazione della clausola di salvaguardia che porterà alla chiusura a Latina dei cosiddetti Cas (Centri di accoglienza straordinaria), caratterizzati da un numero troppo elevato di ospiti in relazione alla capacità delle strutture”. In tal senso – ha fatto sapere Ciccarelli – è stata avviata la procedura per l’attivazione di un tavolo di concertazione per la condivisione di un percorso che porti alla realizzazione progressiva del passaggio dai Cas allo Sprar”.
“Mi risulta – ha commentato Coluzzi – che il nuovo Prefetto di Latina abbia detto nel corso della sua prima conferenza stampa che non metterà un solo migrante in un Cas che non sia sicuro da tutti i punti di vista, non soltanto strutturali ma anche in termini di ordine pubblico e di voler condividere con i sindaci e le realtà locali la possibilità di distribuire l’accoglienza diffusa in maniera proporzionata che sarà vincente anche per quanto riguarda l’integrazione. Mi auguro che l’assessore Ciccarelli abbia ben compreso il senso di queste parole che le danno la possibilità di avere voce in capitolo. Anche io sono d’accordo con l’accoglienza diffusa, diversamente si verrebbero a creare ghettizzazioni come quella scongiurata di via Nascosa. Spero che per i migranti che erano destinati in quella struttura si scelga una location più consona che possa favorire l’integrazione. E’ necessario che le scelte vengano effettuate considerando il contesto residenziale in cui si vogliono allestire i Cas”.
Numerosi cittadini residenti nella zona di via Nascosa oggi hanno assistito ai lavori della commissione. La presidente Mobili ha lasciato che intervenissero perché la seduta fosse occasione per un confronto e per fornire rassicurazioni e chiarimenti su una materia attuale quanto delicata.