Un 57enne di Latina è stato arrestato oggi nell’ambito dell’operazione “Garanzia” eseguita dalla Guardia di Finanza di Brescia per i reati di associazione per delinquere, truffa, illecita intermediazione assicurativa con l’aggravante della transnazionalità. Con lui in carcere anche il suo più stretto collaboratore, di nazionalità romena, che aveva lo specifico compito di recarsi nel Regno Unito per completare l’attività di falsificazione. Nell’abitazione del 57enne, sita nel capoluogo pontino, le Fiamme Gialle hanno scoperto il laboratorio in cui avveniva la fabbricazione materiale dei certificati di polizza, realizzati attraverso un ricercato assemblaggio di loghi e timbri del tutto identici a due compagnie assicurative clonate.
La brillante operazione odierna svolta dal Gico del Nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza d Brescia, unitamente a un gruppo della Polizia Giudiziaria operante alle dirette dipendenze della Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo della provincia lombarda, ha portato oltre ai due arresti anche al sequestro dei beni rinvenuti in possesso e delle disponibilità finanziarie della coppia finita in carcere e di un terzo soggetto di origine pugliese per oltre 640 mila euro. Sono in tutto undici gli indagati, tra cui tre “promoter finanziari”, che dovranno rispondere a diverso titolo dei reati per i quali sono state emesse le due ordinanze di custodia cautelare in carcere.
Le fideiussorie “tossiche”, ossia non veridiche, poiché non rispondenti a un reale rapporto obbligatorio, sarebbero state artatamente create dal 57enne di Latina per trarre in inganno i contraenti privati e i beneficiari pubblici. Come è noto le fideiussioni risultano necessarie anche per perfezionare gli adempimenti degli obblighi previsti negli appalti pubblici e nel settore della gestione dei rifiuti per il rilascio della cosiddetta “Aia”, autorizzazione integrata ambientale. Ebbene, i finanzieri hanno accertato nel corso delle indagini, coordinate dalla Procura di Brescia, che nell’arco di circa 12 mesi sono state emesse polizze tossiche, nei confronti di circa 30 ignari contraenti privati, per un ammontare “fittiziamente” garantito pari a oltre 550 milioni di euro, di cui oltre 178 milioni per la tutela ambientale. Tra i beneficiari di queste polizze Regioni, Province, Comuni, società partecipate da Enti pubblici. In provincia di Latina “beffato” il Comune di Fondi.
“In realtà – ha spiegato il sindaco Salvatore De Meo – la segnalazione Ivass (Istituto per la vigilanza delle assicurazioni) aveva riguardato una ditta che aveva presentato la propria offerta per l’assegnazione del servizio di igiene urbana e per questo la stessa era stata esclusa dalla gara. La stessa ditta aveva però presentato ricorso al Tar contro l’esclusione sostenendo di essere vittima del raggiro. Sta di fatto che il Tar ha accolto il suo ricorso e così lo stesso operatore del settore dei rifiuti era stato riammesso alla gara. Gara poi aggiudicata ad altra società”.
“La condotta criminale – che, tra i principali sistemi di inganno, si fondava sulla riproduzione, anche visiva, dei loghi e delle ragioni sociali di società assicurative realmente esistenti, operando, dunque, attraverso vere e proprie società “clone” – ha comportato ripercussioni gravissime – ha spiegato oggi la Guardia di Finanza bresciana -: in primo luogo, in capo agli ignari contraenti privati, i quali hanno pagato per coprire rischi in realtà non assicurati; in secondo luogo, in capo alle sane e reali società assicurative, spazzate via da costi fortemente concorrenziali, con conseguente alterazione della libera concorrenza nel settore della vendita di fideiussioni; da ultimo, in capo agli Enti Pubblici, i quali, formali beneficiari delle polizze, non avrebbero visto riconosciuto il premio assicurativo in caso di sinistro”.
Considerata l’estrema gravità delle condotte criminali, la Procura Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo ha inviato un’apposita direttiva di “alert” a tutte le Procure Distrettuali del territorio nazionale.
L’arrestato di Latina, con un trascorso lavorativo nel settore delle assicurazioni, aveva allestito all’interno della sua abitazione un vero e proprio laboratorio per il “découpage artistico” delle finte polizze. Grazie alla sua perfetta conoscenza della lingua inglese e attraverso una finta identità – alias Peter Carroll – , secondo gli inquirenti, si sarebbe mosso abilmente tra l’Italia e l’Inghilterra senza destare alcun sospetto. Al romeno suo collaboratore il compito di portare materialmente le polizze tossiche nel Regio Unito per la postilla notarile (presumibilmente falsa anche quella). Le polizze tornavano poi in Italia per mezzo corriere, utile a certificare la provenienza “autentica” dal Regno Unito.